Bruxelles – In Europa l’aria è sempre meno inquinata. A certificarlo è Eurostat, l’istituto di statistica dell’Ue, che ha diffuso le stime provvisorie sulle emissioni di anidride carbonica (Co2) nel 2014. Secondo queste proiezioni, le emissioni derivate dalla uso di combustibili fossili sono calate del 5% rispetto all’anno precedente. Una buona notizia per l’ambiente, visto che l’anidride carbonica rappresenta circa l’80% dell’insieme dei gas a effetto serra liberati nell’aria dall’Ue. Primo fra i Paesi virtuosi che hanno dato un taglio alle emissioni è la Slovacchia, dove il calo è stato addirittura del 14,1%, seguito dalla Danimarca (-10,7%), dalla Slovenia (-9,1%) e dal Regno Unito (-8,7%). L’Italia è sesta nell’Unione con una diminuzione di Co2 del 6,9% rispetto al 2013, che in termini assoluti significa 24.472 tonnellate di anidride carbonica in meno nell’aria della penisola.
Le uniche note stonate in un quadro complessivamente benaugurante sono le previsioni riguardanti sei Stati membri, gli unici in cui le emissioni di Co2, invece di diminuire, sono aumentate. Maglia nera è la Bulgaria con un +7,1% che rappresenta più del doppio di Cipro (+3,5%), secondo Paese con la peggiore performance. A seguire troviamo Malta (+2,5%), la Lituania (+2,2%), la Finlandia (+0,7%) e la Svezia (+0,2%). Il fatto di trovare alcuni Paesi del nord Europa, dove la cultura ambientale ha radici ben più profonde che nel sud, fra i peggiori della classe non deve però trarre in inganno. In Finlandia e in Svezia, infatti, nel 2014 sono state emesse nell’aria rispettivamente 45.739 e 41.236 tonnellate di Co2, mentre l’Italia nello stesso anno ne ha prodotte 329.171.