Bruxelles – Son passati 200 anni, ma la sconfitta di Waterloo sembra non essere ancora stata digerita dai francesi. Il 18 giugno cominceranno in Belgio quattro giorni di celebrazioni per l’anniversario della celebre battaglia che segnò la sconfitta definitiva di Napoleone Bonaparte, condannandolo all’esilio sull’isola di Sant’Elena. Per l’occasione, il Paese ha allestito il più grande evento all’aperto mai realizzato sul suo territorio, per il quale sono attesi 200 mila spettatori provenienti da 75 Paesi differenti. Per dare ulteriore risalto al bicentenario, il regno di sua maestà Filippo avrebbe voluto anche coniare una moneta commemorativa da due euro. Non una novità nell’eurozona, visto che dal 2004 ne sono state coniate a decine per celebrare gli anniversari e gli eventi più disparati. Questa volta, però, i vicini francesi hanno avuto un sussulto di orgoglio nazionale e si sono opposti all’iniziativa sostenendo che la battaglia di Waterloo dev’essere considerata un “simbolo negativo” perché vi morirono 55 mila persone.
Niente moneta da 2 euro, quindi, ma i belgi non si sono persi d’animo e hanno aggirarto le critiche transalpine creandone una nuova da 2,5 euro. “Abbiamo ritenuto non valesse la pena avere un incidente diplomatico” ha scherzato il ministro delle finanze belga, Johan Van Overtveldt, svelando al pubblico per la prima volta la moneta raffigurante la collina con il Leone d’Orange che dal 1826 domina il campo dove avvenne la battaglia. L’originale valuta verrà venduta al prezzo di 6 euro, mentre una seconda moneta commemorativa dal valore simbolico di 10 euro (raffigurante la sagoma di Napoleone e due scene della battaglia) verrà venduta a 42 euro.
Risolta quindi la disputa sulle monete “false”, adesso sono i soldi veri a preoccupare i belgi. Il budget totale della ricostruzione storica ammonta a 8 milioni di euro e gli organizzatori non sono certi che riusciranno a rientrare di tutte le spese. Trovare 50 mila posti a sedere e allestire una zona di combattimento larga 1,3 chilometri e lunga 1,4 si è rivelato più difficile del previsto, soprattutto se si considera che di solito non c’è assolutamente nulla su quell’immenso prato dove 200 anni fa infuriò la battaglia. Secondo il direttore della onlus “Bataille de Waterloo 1815”, che ha messo a disposizione 1 milione e mezzo di euro, “le ricadute finanziarie saranno tre volte superiori alle cifre investite”. I più preoccupati, però, sono i titolari del Vo Group, impresa brussellese specializzata nell’organizzazione d’eventi che ha investito 6,5 milioni di euro e duemila dipendenti nella quattro giorni di celebrazioni. “Speriamo di riuscire ad andare in pari – hanno dichiarato -. E se ci sarà bel tempo forse avremo anche qualche guadagno”.