Strasburgo – Se l’Italia in Europa sta spingendo perché venga approvato il piano di ricollocazione dei profughi tra i Paesi membri, in Italia c’è chi di ricollocazione degli immigrati non ne vuole sentire parlare. Innanzitutto la Lega ma anche il neo eletto governatore della Liguria, l’ex europarlamentare di Forza Italia, Giovanni Toti, che ha ribadito che appena sarà ufficialmente nominato presidente si farà carico “di ricordare ai Prefetti, al Ministro dell’Interno e ai sindaci la nostra indisponibilità ad accogliere altri immigrati”. “Faremo tutto quanto in nostro potere per evitare questi continui arrivi”, ha assicurato.
Una mancanza di solidarietà tra regioni che sembra stridere con la mancanza di solidarietà tra nazioni chiesta all’Europa. Ma non la pensa così Antonio Tajani, compagno di partito di Toti e vicepresidente del Parlamento europeo, secondo cui “il problema riguarda 3 regioni”, oltre alla Liguria le ‘leghiste’ Lombardia e Veneto, che “non ce la fanno a contenere gli arrivi”, e che “chiedono la fine delle assegnazioni coatte”, di immigrati provenienti dalle regioni del sud. “Non c’è un piano o qualcosa di concordato, per questo la cosa è diversa rispetto piano europeo”, continua parlando a Eunews, affermando che “è inutile discutere se gli immigrati devono andare in Sicilia, Lombardia, Lazio o Veneto: l’Italia è una”, e deve chiedere “la solidarietà dell’Europa che deve intervenire anche sugli immigrati” in generale, non solo su quelli a cui è stato accordato lo status di rifugiato.
Per Tajani si tratta “di un problema di tensione sociale con le periferie delle grandi città che rischiano di esplodere, perché lì c’è una tensione che non c’è nei piccoli centri, e si rischia di scatenare un guerra tra poveri”. Il vicepresidente però rifiuta di assumere la responsabilità della scelta come partito, “i governatori non hanno posto il problema come partito, non bisogna mischiare il partito con il governo, anche Renzi quando parla lo fa a nome del governo e non del partito”, e allo stesso modo “se un governatore pone un problema non dipende dal suo partito di origine, ma pone un problema legato al territorio”. Insomma “non è una questione di partito”. E a chi afferma che i forzisti stiano inseguendo le posizioni di Matteo Salvini sul tema, in cerca di consensi, assicura che Forza Italia “non si è mai fatta dettare la linea da nessuno, anzi è l’unico partito che al governo con Berlusconi ha risolto il problema immigrazione grazie a degli accordi con Gheddafi”.
Interrogato sul tema il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, si è limitato a chiedere diplomaticamente “a tutte le parti di esprimersi in modo costruttivo”.