Roma – Nell’incontro con il premier Matteo Renzi, oggi all’Expo di Milano, il presidente russo Vladimir Putin ha puntato tutto sulle relazioni commerciali tra Roma e Mosca, come prevedibile, per esercitare pressioni sull’Italia e avere un alleato che ammorbidisca la linea dell’Ue sulle sanzioni contro il Cremlino.
“L’Italia è il quarto acquirente di gas russo in Europa. Le aziende italiane contribuiscono all’ammodernamento dei nostri impianti elettrici. C’è un investimento importante in collaborazione tra Rosneft ed Eni per mettere a punto una piattaforma nel mare di Barens. Altre aziende italiane stanno collaborando su tecnologie molto promettenti come quelle eoliche in entrambi i nostri Paesi”. Putin, ha fatto un elenco molto dettagliato dei progetti in ballo, “che ora sono tutti bloccati a causa di queste sanzioni”, ha sottolineato. Dunque, “o si eliminano o si modificano”, perché non possono continuare ad essere “un ostacolo reale” ai rapporti economici tra Italia e Russia, ritiene Putin.
Il tono usato dal capo del Cremlino è sempre stato pacato e cordiale, ma alcune sue frasi potrebbero suonare come minacce. Ad esempio quando ha detto di essere “sicuro che possiamo trovare altri partner” per mandare avanti i progetti in stallo, e che il suo Paese sta “cercando tecnologie anche altrove”. Tuttavia, ha rassicurato, “non credo che dobbiamo rinunciare a contratti che sono già stati firmati”. Accordi per i quali, però, “per colpa delle sanzioni le aziende italiane non possono guadagnare un miliardo di euro e creare nuova occupazione”.
Renzi si è mostrato sensibile all’appello di Putin. Non si è sbilanciato, ma ha sottolineato che sulle sanzioni “c’è una discussione molto franca tra i 28, con differenti vedute”. Non può dirlo apertamente, ma l’Italia è tra gli Stati meno oltranzisti verso Mosca. E anche quando torna a sottolineare che “Minsk 2 è la stella polare” per risolvere la crisi ucraina – che rappresenta “l’unico elemento di attrito” tra Europa e Russia – dà ragione a Putin nel sottolineare che “devono essere applicati tutti i protocolli” previsti dall’accordo.
Riguardo ai rapporti con il G7, il leader russo ha dichiarato che “semplicemente non ci sono relazioni”, perché “i nostri partner hanno deciso che non c’era bisogno del punto di vista alternativo che noi presentavamo”. Dunque, sarcasticamente, ha augurato loro “buon lavoro”. Renzi, dal canto suo, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, ponendo l’accento sul fatto che “ci sono numerose occasioni di incontro e dialogo”. Al premier sta a cuore recuperare la dimensione internazionale del Cremlino. “Abbiamo la necessità che la Russia sia in prima fila insieme con l’Europa e la comunità internazionale sulle sfide” che vanno affrontate con un approccio globale.