Bruxelles – L’agenda europea per l’immigrazione non può subire ritardi, né essere motivo di ripensamenti. L’Ue tutta si gioca la faccia, e dunque è bene per tutti andare avanti dimostrando impegno e volontà politica. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, al suo arrivo a Bruxelles per il summit Ue-Celac. L’Unione europea si trova di fronte tutti i partner dei Paesi dei Caraibi e dell’America Latina, ma la politica interna tiene comunque banco. C’è il rischio di ritardo – o peggio, fallimenti – per l’attuazione del meccanismo di ripartizione dei migranti in arrivo in Europa, ma il titolare della Farnesina mostra ottimismo nonostante le divisioni in seno al Consiglio. “Che non ci sia solidarietà è da vedere”. L’agenda proposta dalla Commissione Ue, evidenzia Gentiloni, “è un segno politico di responsabilità comune e di risveglio della coscienza che non possono essere rinviati a data da destinarsi, perchè sarebbe una sconfitta per tutta l’Europa”. Anche per questo “ci batteremo affinchè gli impegni vengano mantenuti”. Gentiloni sa che quanto proposto “non è una bacchetta magica”, che certamente “non risolve tutti i problemi”, ma resta – e lo ribadisce – “un segno politico”. E’ in gioco la credibilità dell’Europa, in sostanza, e l’Italia premerà per evitare brutte figure.