Roma – “L’Italia ritiene opportuno aderire alla cooperazione rafforzata sul brevetto unitario europeo. Non abbiamo ancora formalizzato la decisione in sede Ue perché riteniamo necessario che ci sia prima un passaggio in Parlamento”. L’annuncio, a nome dell’esecutivo, lo dà il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, nel corso di una audizione in commissione Politiche Ue della Camera dei deputati.
Dopo le iniziali resistenze – l’Italia si era opposta, insieme con la Spagna, alla cooperazione rafforzata, ma il 5 maggio scorso la Corte di giustizia europea ha bocciato l’ultimo ricorso in materia presentato dagli iberici – l’adesione del nostro Paese è ormai solo una questione di tempo. Infatti, “è già stata incardinata una risoluzione” per impegnare il governo a compiere questo passo, come annuncia la deputata del Pd Chiara Scuvera.
Presa la decisione, adesso l’esecutivo ha tutto l’interesse a premere sull’acceleratore. “Solo aderendo subito – indica il sottosegretario – l’Italia può incidere su alcuni aspetti” ancora in discussione, come “la tassazione sui rinnovi e i sostegni alle imprese”. La stessa tempestività è necessario par provare a ottenere l’apertura di una sede italiana del Tribunale unitario per i brevetti. “Proveremo a istituire a Milano una sezione”, annuncia Gozi, “anche se è difficile perché i tempi sono strettissimi”.
Rimane indigesta, per l’Italia quanto per la Spagna, la scelta del trilinguismo – un’impresa potrà presentare il brevetto nella propria lingua ma è obbligata, entro un mese ad allegare la traduzione in una lingua a scelta tra inglese, francese o tedesco – fatta in sede di cooperazione rafforzata. Secondo l’esponente del governo, “tradisce lo spirito dell’Unione europea” e per questo promette che “ci batteremo in ogni sede” perché passi invece il multilinguismo. Sebbene, ammette Gozi, “anche sul trilinguismo la Corte di giustizia europea si è pronunciata in favore della compatibilità” con i trattati.