Bruxelles – Al G7 di ieri era bersaglio di dure critiche internazionali, accusato di distruggere la sua economia nel tentativo di “ricreare i fasti dell’impero sovietico”, domani in Italia sarà accolto come rappresentante di un Paese con cui si vuole rilanciare il dialogo e mantenere forti relazioni bilaterali. Dopo essere stato avvertito dai leader dei Sette sulla possibilità di un inasprimento delle sanzioni ai danni di Mosca, il presidente russo, Vladimir Putin “si rifugia” in territorio amico. Una visita fissata da tempo, quella che domani porterà il leader del Cremlino prima all’Expo di Milano insieme a Matteo Renzi e poi a Roma dal pontefice e dal capo di Stato, Sergio Mattarella, ma che pare tanto più opportuna in un momento in cui Putin ha bisogno come non mai di una sponda per evitare un ulteriore raffreddamento del già gelido clima internazionale e di un alleato forte che, all’ormai prossimo Consiglio europeo di fine giugno che deciderà sul rinnovo delle sanzioni, possa aiutare a considerare la posizione russa.
Già in passato l’Italia era stata tra i Paesi più restii ad usare il pugno duro con Mosca, a causa di un rapporto privilegiato tra i due Paesi, che Vladimir Putin ha ribadito anche nel corso delle diverse visite che hanno continuato a tenere aperti i canali diplomatici tra Roma e Mosca in questi mesi di tensioni. Il colloquio milanese tra Renzi e Putin è il secondo quest’anno dopo la visita del presidente del Consiglio a Mosca il 5 marzo, poco dopo l’omicidio del principale oppositore politico del Cremlino, Boris Nemtsov, e anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni si è recato due volte in Russia, l’ultima appena poche settimane fa, sottolineando sempre che la crisi ucraina non deve portare ad un congelamento dei rapporti con Mosca. Se c’è insomma qualcuno su cui fare leva per contrastare il clima da “guerra fredda” che si respirava al G7 di ieri, l’Italia potrebbe essere il partner più indicato.
Il rapporto “privilegiato” che l’Italia ha con la Russia deriva dalla “constatazione” che il nostro Paese “fa la sua parte al fianco degli alleati europei e americani con coerenza e fermezza”, “ma al tempo stesso non vuole chiudere il dialogo con Mosca”, ha ribadito pochi giorni fa il titolare della Farnesina per cui nulla sembra essere cambiato nemmeno dopo la nuova esplosione di violenze a Marinka, nell’Est dell’Ucraina, evento dopo cui a livello internazionale si è tornato a parlare di sanzioni. E anche Renzi, prendendo parte al G7 di ieri si è ben guardato dai toni duri degli altri leader, limitandosi a ricordare a Putin che “la stella polare, la bussola, è l’accordo di Minsk”.
Per l’occasione della visita in Italia Putin sta anche pensando di “rispolverare” la vecchia amicizia con Silvio Berlusconi. All’eventualità di un incontro da tenersi dopo la visita in Vaticano del presidente russo starebbe lavorando lo staff del Cremlino. L’incontro, ancora non ufficialmente confermato, frutterebbe certamente un’altra presa di distanza dalla possibilità che l’Europa proceda ad ulteriori sanzioni contro la Russia. “Un errore di prospettiva” sono state definite dal Cavaliere le misure restrittive contro Mosca appena poche settimane fa: per combattere la minaccia terroristica e la crisi economica, aveva sostenuto Berluscono in una lettera al Corriere della Sera. “è fondamentale avere la Russia dalla nostra parte”.
In occasione della visita di Putin in Italia si potrebbe parlare anche di energia con un probabile incontro tra il presidente russo e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Putin sarà accompagnato da diversi top manager russi, fra cui il numero uno di Rosneft, Igor Sechin, e di Gazprom, Alexei Miller. Il tema dell’energia sarà quindi al centro degli incontri insieme al possibile impatto sull’Europa di un eventuale inasprimento delle sanzioni occidentali a causa della crisi in Ucraina. “Se veramente la situazione dovesse diventare più estrema di quella di adesso – ha spiegato il numero uno di Eni – noi per la sicurezza energetica avremmo bisogno di alternative. E non credo si passa fare a meno della Russia per i prossimi 5-6 anni dal punto di vista commerciale” ma “è anche vero che la Russia non può fare a meno del mercato europeo, che è fondamentale per la Russia”.