Roma – “Un unicum nel panorama europeo”, così Lucio Paderi, della direzione generale Politiche regionali della Commissione Ue definisce il Programma operativo nazionale (Pon) per la Cultura che rientra nella programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei assegnati all’Italia. Il nostro Paese è l’unico, infatti, ad avere un Pon interamente dedicato al patrimonio culturale. “Una novità assoluta a livello Ue che corrisponde alla nostra vocazione naturale di fare della cultura un volano di sviluppo economico”, secondo il sottosegretario Claudio De Vincenti, che si occupa del coordinamento delle politiche di coesione.
Il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, sottolinea la strategia di fondo del programma, che punta “non solo alla tutela del patrimonio culturale”, ma anche alla realizzazione di interventi capaci di “farlo diventare un fattore di sviluppo e di crescita economica”. L’aspirazione è di riuscire finalmente a sfruttare a pieno quella che il ministro dei Trasporti Graziano Delrio definisce “una delle infrastrutture più importanti del nostro Paese”, e di riuscire a farlo soprattutto al Sud, dove si registrano i maggiori ritardi.
È per questo che il Pon – partito ufficialmente oggi, con l’insediamento del Comitato operativo del programma – attinge alle risorse del Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo ragionale) e si rivolge alle regioni a Obiettivo convergenza come la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Sono poco meno di 491 milioni di euro le risorse a disposizione del Pon Cultura, sostenuto per il 75% dall’Ue e per il 25% da risorse nazionali. Ai 368,2 milioni del Fesr si affiancano infatti i 122,7 del cofinanziamento.
Il programma si articola lungo due direttive. Da un lato c’è la tutela del patrimonio culturale, a cui sono destinati 360 milioni, e dall’altro il sostegno alle imprese che operano nel settore della cultura e in quello collegato del turismo. Su questo secondo fronte, si prevede l’impiego di 114 milioni per un bacino costituito da 1.700 imprese potenzialmente beneficiarie, appartenenti per il 30% al privato sociale.
Dal momento che “non ha senso valorizzare una risorsa culturale se non è raggiungibile” dai visitatori, come sottolinea Delrio, la strategia nazionale più complessiva prevede di affiancare al Pon anche interventi infrastrutturali, ad esempio sulla rete viaria. Questi saranno finanziati da risorse del Fondo di sviluppo e coesione, costituito interamente da risorse nazionali.