Bruxelles – Non si parla di ridurre le sanzioni nei confronti della Russia fino a che gli accordi di Minsk non sarano completamente rispettati. A confermarlo sono i leader dei Paesi del G7 che, dal castello di Elmau in Germania, ribadiscono la linea dura nei confronti di Mosca. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel “si sono trovati d’accordo sul fatto che la durata delle sanzioni alla Russia debba essere chiaramente legata alla completa realizzazione da parte della Russia degli accordi di Minsk e al rispetto della sovranità dell’Ucraina”, fa sapere una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo un bilaterale tra i due.
Posizione ancora più netta dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, per cui di sanzioni alla Russia si può tornare a discutere, ma soltanto per rafforzarle. “Lasciatemi dire chiaramente – ha dichiarato riferendosi alla nuova esplosione di violenza della scorsa settimana a Marinka, nell’Est dell’Ucrana – che vista la situazione che stiamo vivendo, se qualcuno avesse intenzione di cominciare un dibattito sul cambiare il regime delle sanzioni, la discussione potrebbe essere solo a proposito di un loro rafforzamento. L’Unione europea, come l’intero G7, continua a ribadire il suo fermo supporto all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina”. Per Tusk, insomma, la posizione degli Stati Ue al Consiglio europeo di giugno, che discuterà del rinnovo del pacchetto annuale di sanzioni nei confronti di Mosca, dovrebbe essere chiara: “Voglio sottolineare – ricorda – che già a marzo il Consiglio europeo aveva preso una decisione politica legando il nostro regime di sanzioni alla Russia con il completo rispetto degli accordi di Minsk”. Ma diversi governi non hanno una visione così netta e stanno aprendo alla possibilità di un alleggerimento delle misure restrittive.
In questa situazione impensabile anche solo immaginare un ritorno al tavolo del G7 del presidente russo, Vladimir Putin: “Credo che i Paesi del G7 siano la migliore garanzia che valori come libertà e pluralismo siano sopravvissuti fino ad ora e sopravvivranno in futuro”, ha dichiarato Tusk. “Tutti noi avremmo preferito avere anche la Russia attorno al tavolo in un formato G8. Questo è il motivo per il quale la Russia è stata invitata negli Anni ’90 – ha continuato Tusk – Ma il nostro non è solo un gruppo d’interessi politico ed economico, è prima di tutto una comunità di valori. Ecco perché la Russia non è fra noi oggi e non sarà invitata finché si comporterà in maniera aggressiva contro l’Ucraina e altri Paesi”.