Bruxelles – Vito e la sua famiglia possono restare in Belgio. Dopo giorni di pressione sulla stampa e l’intervento deciso, dell’Ambasciata italiana in Belgio, le autorità del regno hanno riconosciuto di essersi sbagliate nell’espellere l’ex minatore perché “povero”.
Vito aveva vissuto e lavorato alcuni decenni in Belgio per poi trasferirsi alcuni anni in Romania. Al suo ritorno le autorità avevano però respinto la sua domanda di residenza, espellendolo dal Paese “entro 30 giorni”. La situazione economica di Vito (una pensione da 1.500 euro al mese però sequestrata per pagare gli alimenti alla ex moglie) era giudicata “pericolosa” per il sistema sociale belga. Dopo qualche settimana, questa mattina si è però scoperto che c’era un errore nell’applicazione delle rigide norme sulla residenza, e che la legge impedisce di negarla a chi ha già vissuto in Belgio per numerosi anni. Non è dunque necessario, spiega chi ha seguito il dossier, che Vito Sabia ripresenti un nuova domanda di soggiorno perché non deve dimostrare di avere i requisiti necessari per ottenere la residenza.
La questione sembra dunque risolta, anche se, afferma qualcuno che ha visto da vicino la quetione, l’errore delle autorità belghe “è stato macroscopico”.