Roma – “Dei circa 46,7 miliardi” di fondi europei destinati all’Italia dalla programmazione 2007-2013, “rimangono da spendere, entro il 31 dicembre 2015, 13,6 miliardi di euro” (7,9 se si esclude la quota di cofinanziamento nazionale). Lo sostiene Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno, delegato dal governo a rispondere a una interpellanza presentata dalla deputata di Scelta civica Adriana Galgano, componente della commissione Politiche Ue di Montecitorio.
Dopo aver sottolineato i risultati raggiunti a fine 2014 – secondo i dati riportati da Bubbico, il nostro Paese è riuscito a limitare a 27,7 milioni di euro il disimpegno automatico in caso di mancata certificazione della spesa, sebbene dal rapporto pubblicato sul sito opencoesione.gov.it la somma risulti essere 32,3 milioni –, il sottosegretario ha annunciato che, per evitare di perdere le risorse rimanenti, “saranno intensificate le azioni a sostegno e accompagnamento delle amministrazioni responsabili della gestione” dei fondi.
In questo ambito, dopo “un confronto con i servizi della Commissione europea” avvenuto ad aprile scorso, ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo, “sono state condivise a livello politico” alcune misure che, per ciascun Piano operativo, “indicano gli interventi necessari per la chiusura, con tabelle di marcia sull’attuazione della spesa, ivi incluse eventuali riprogrammazioni” per destinare le risorse ad altri progetti.
Infine, riguardo all’Agenzia per la coesione territoriale – l’ente istituito per migliorare la capacità di assorbimento dei fondi europei e l’efficacia dei progetti che verranno realizzati – Bubbico ha sottolineato che “interverrà con particolare accento sul sostegno alla fase di progettualità”, rispondendo “all’esigenza di miglioramento della qualità della spesa oltre che all’accelerazione dell’attuazione”. L’Agenzia è praticamente pronta per entrare in funzione, dal momento che “il 29 maggio scorso si è insediato il Comitato direttivo”, che ha già espresso il proprio parere positivo sulla bozza di regolamento organizzativo dell’ente, la quale adesso è “oggetto della consultazione con i sindacati”.