Bruxelles – Quello che si terrà domenica e lunedì in Germania potrebbe essere l’ultimo G7 per Jeroen Dijsselbloem in qualità di presidente dell’Eurogruppo. A luglio scadrà il suo mandato di due anni e mezzo, ma il social-democratico olandese non ha intenzione di lasciare la sella della zona-euro e ha annunciato la sua ricandidatura. “Con la crescsta che sta arrivando e molti Paesi che stanno finalmente venendo fuori dalla crisi, nuove sfide attendono l’eurozona. Mi piacerebbe continuare ad esercitare un ruolo di coordinamento”, ha dichiarato Dijsselbloem, che pensa di avere già raccolto un “ampio supporto”. Il Governo olandese, ovviamente, ha già annunciato il pieno appoggio alla ricandidatura del proprio ministro, mentre il 6 maggio, a Parigi, era stato il responsabile del Tesoro francese, Michel Sapin, a preannunciare il proprio favore a un secondo mandato di Dijsselbloem, definito “un presidente eccellente”.
Gli aspiranti avversari del 49enne ministro delle Finanze olandese avranno tempo fino al 16 giugno per presentare le proprie candidature. Il nome del principale avversario di Dijsselbloem, però, si conosce già ed è lo spagnolo Luis de Guindos. Durante l’ultimo Consiglio europeo, il primo ministro Mariano Rajoy si è già speso pubblicamente a favore del proprio ministro, ma l’investitura più importante per lo spagnolo è stata quella ricevuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. La possibile elezione di de Guindos, però, provocherebbe uno sbilanciamento istituzionale a favore del Partito popolare europeo, che ha già nelle mani la guida della Commissione e del Consiglio europeo. Per questo gli osservatori considerano più che probabile una rielezione di Dijsselbloem, che è alla testa dell’Eurogruppo dal 21 gennaio 2013. L’olandese era succeduto (un po’ a sorpresa) all’attuale presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, rimasto in carica per ben sette anni, dal primo gennaio 2005. Compito del presidente dei 19 Paesi della zona euro è quello d’organizzare e presiedere le riunioni del gruppo, presentarne i risultati al pubblico e agli altri Stati membri, elaborare il programma di lavoro e rappresentare l’Eurogruppo nei summit internazionali, come il prossimo G7.