Bruxelles – Al presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan le critiche dei giornalisti non piacciono, soprattutto a pochi giorni dalle elezioni politiche di domenica. Nel Paese è scattato il pugno duro, anzi durissimo, contro la stampa: per il direttore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, Can Dundar, un pm turco ha chiesto una condanna all’ergastolo. Si tratta dello stesso giornalista che era stato apertamente minacciato da Erdogan dopo aver pubblicato un video in cui si vedono camion dell’intelligence turca (Mit) che trasportano armi destinate, secondo il giornale, ai ribelli siriani. “La diffamazione contro i Servizi di Intelligence nazionale e l’operazione di sorveglianza illegale è un’attività di spionaggio”, aveva detto Erdogan intervenendo alla tv di stato Trt, avvertendo che il giornale “l’avrebbe pagata a caro prezzo”. Detto fatto: oggi per Dundar è arrivata la richiesta di carcere a vita.
“Condanniamo nel modo più forte possibile la morsa sempre più stretta sui media e la libertà di espressione in Turchia, messa in atto dal presidente turco e dalle autorità nazionali”, sottolinea il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Gianni Pittella, secondo cui l’ergastolo per Dundar è “semplicemente inaccettabile”. In una “democrazia moderna – continua Pittella – la libertà di stampa e di espressione devono essere rispettata, sempre. Soprattutto a un paio di giorni di distanza dalle elezioni”.
Il presidente turco ne ha avuto anche per la stampa estera: ha citato fra gli altri il New York Timers, la Bbc e la Cnn, affermando che vogliono “indebolire la Turchia, dividerla e disintegrarla, per poi divorarla”, ma che “finora hanno fallito”. “Noi non li lasceremo fare”, ha detto Erdogan. Negli ultimi giorni diverse testate internazionali hanno denunciato la svolta autoritaria che ha impresso al Paese. Il New York Times ha anche lanciato un appello ai governi Nato perché premano sul capo dello stato turco affinché rinunci a questa “linea distruttiva”.
L’attacco di Erdogan al direttore di Cumhuriyet, a pochi giorni dalle cruciali politiche turche di domenica, ha suscitato un’ondata di solidarietà. Ieri decine di giornalisti e di intellettuali si sono dichiarati corresponsabili in un appello pubblicato sulla prima pagina del quotidiano con le loro fotografie. L’attacco al direttore di Cumhuriyet è stato denunciato da diverse organizzazioni internazionali della stampa. Il Comitato internazionale per la Protezione dei Giornalisti Cpj ha invitato il presidente islamico turco a “smettere di fare bullismo contro i giornalisti”. Il capo dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu lo ha accusato di avere fatto del Paese uno “Stato canaglia”.