Bruxelles – L’Europa “soffre di amnesia storica”, e quando affronta la questione greca non si ricorda che “la Germania non ha pagato tutti i suoi debiti”, mentre ora “insiste che Atene deve pagare il suo e che per farlo deve avere un surplus di bilancio del 4% nei prossimi anni”, una cosa che “non succederà mai e non deve succedere”. L’economista francese Thomas Piketty, autore del best seller internazionale “Il capitale nel XXI secolo”, parlando in una conferenza organizzata al Parlamento europeo dal gruppo socialista, sostiene la tesi del premier greco Alexis Tsipras. Per Piketty “i giovani greci e italiani sono ritenuti più responsabili”, per il debito del Paese “dei tedeschi di 50 anni fa che non vennero ritenuti responsabili per gli errori dei propri genitori”, e per questo il loro debito che ammontava al 200% del Pil tedesco fu ridotto. “Questo permise alla Germania di investire nel dopoguerra”, tutte cose di cui “Berlino ma anche la Francia e la Gran Bretagna dovrebbero ricordarsi per avere un approccio più equilibrato” sulla questione.
“Bisogna riconoscere che servono delle riduzioni del debito, e non solo per la Grecia, ma anche per altri Paesi perché non ci sono soluzioni solo greche al problema greco”, continua Piketty, secondo cui una parte del debito deve “essere annullata”, ma servono “ristrutturazioni anche per Portogallo e Italia”, insomma un “approccio globale”. E per farlo una delle proposte avanzate dall’economista è quella di mettere in piedi “un fondo di salvataggio comune per tutti debiti pubblici maggiori al 60%”, il che “non vuol dire che ogni Paese deve pagare il debito di altri”, e questo fondo “interverrebbe in base a quanto ogni Paese ha messo come contributo”. Quello che l’Ue deve capire insomma è che è assurdo che “gli Stati europei paghino ogni anno 200 miliardi di interessi sul debito e spendano solo 2,5 miliardi per l’Erasmus”.
In generale l’economista ha criticato l’austerità europea puntando il dito soprattutto sul Fiscal Compact, il trattato che impone stringenti vincoli di bilancio ai Paesi che lo hanno sottoscritto (tutti gli Stati membri tranne Gran Bretagna, Croazia e Repubblica Ceca). A suo avviso è il momento di “dire chiaramente che il Fiscal compact non ha funzionato, è stato un errore e bisogna rimetterlo sulla tavola” delle trattative, perché è “troppo restrittivo e impone l’austerità in Europa in maniera insostenibile”. “Si parla tanto di flessibilità, ma la flessibilità che serve è quella di bilancio”, afferma Piketty secondo cui “le riforme nazionali potrebbero essere portate avanti più facilmente se ci fosse meno rigidità e ci fosse più rilancio economico”.