Bruxelles – La governance della zona euro va riformata radicalmente, e per farlo bisognerebbe creare una seconda Camera del Parlamento europeo composta da deputati provenienti dai parlamenti nazionali dei Paesi con la moneta unica. È l’idea lanciata dall’economista francese Thomas Piketty. Se la stampa ha rivelato che Merkel e Hollande hanno studiato un piano per rafforzare l’Eurozona attraverso un accrescimento del ruolo dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo, il rafforzando la posizione del suo presidente nonché la costituzione di specifiche strutture nel Parlamento europeo, per l’autore del best seller internazionale ‘Il capitale nel XXI secolo’ bisogna spingersi oltre. “Bisogna trasformare l’architettura europea esistente”, e per farlo “serve la costituzione di una Camera dell’euro che sia composta dai membri dei Parlamenti nazionali”, spiega Piketty parlando a una conferenza organizzata al Parlamento europeo dal gruppo socialista. La seconda Camera dovrebbe “essere come il Parlamento europeo prima del 1979, quando era appunto composto da membri dei parlamenti nazionali, solo che questa volta non dovrebbe essere solo un organo deliberativo ma avere poteri legislativi sostanziali”.
Questo perché, per Piketty, “il Consiglio il ministri delle Finanze non funzionerà mai come un organo parlamentare, visto che un solo individuo non può rappresentare tutta la popolazione della sua nazione”. L’Eurogrppo in più finora “non ha fatto un ottimo lavoro e gestisce nel segreto questioni come quella del debito greco”, creando un deficit democratico.
La seconda Camera di Strasburgo nell’idea dell’economista “sarebbe un modo anche per farla finita con i deputati che non fanno altro che lamentarsi dell’Europa, perché così avrebbero in prima persona il potere di prendere decisioni”. Dall’altra parte gli eurodeputati non dovrebbero sentire il loro ruolo in pericolo “perché i loro poteri di intervento nel processo legislativo comunitario non verrebbero intaccati”, ma solo affiancati da quelli del nuovo organo.