Come sono andate le elezioni per Renzi? Bene. Il centrosinistra ha perso la Liguria (1,6 milioni di abitanti) ma ha vinto la Campania (5,8 milioni). Ha vinto in cinque regioni su sette e ne governa oltre il 75 per cento. Alle elezioni europee lo scorso anno il Pd ha superato il 40% e le politiche del 2013 gli hanno dato una maggioranza che si è dimostrata piuttosto solida alla Camera e un po’ più difficile al Senato.
Ora, analizzando i flussi si vede che, in un quadro di preoccupante astensione dal voto, la Lega ha rubacchiato voti al Pd, ma anche al 5 Stelle e a Forza Italia in alcune regioni, in altre la Lega ha perso verso i grillini, ma ha guadagnato dai voti in fuga per Berlusconi. In altri casi è il partito di Renzi che prende dai pentastellati… Insomma, le analisi sono belle e interessanti, sono tante, ci raccontano tutto. Ma resta una verità: il centrosinistra governa la stragrande maggioranza numerica degli italiani a livello regionale e comunale, ed ha una maggioranza evidente in Parlamento. Questo conta per la stabilità del governo e per le cose che potrà fare in questi anni futuri nei quali ci saranno solo sporadiche elezioni. Ora Renzi può decidere quando andare a votare, lui dice nel 2018, che sarebbe la cosa più sana, ma forse anche prima. Fino ad allora ha i numeri per governare. La sinistra del Pd ha avuto solo la soddisfazione di far vincere Forza Italia in Liguria, ma non ha messo in crisi, nonostante la sconfitta in una regione medio-piccola, il partito. Anzi, probabilmente è andata in crisi lei stessa.
Qual che conta, nei fatti, e soprattuto nella percezione degli osservatori internazionali qui a Bruxelles, non sono le interpretazioni e le analisi: sono i posti di governo conquistati, e il Pd ne ha molti. Poi, tra cinque anni, quando si rivoterà in queste regioni o fra tre, quando si rivoterà alle politiche si vedrà quale sarà la situazione. Certo c’è un mare di tempo, succederanno tante di quelle cose nella politica, nell’economia, nella cronaca, nella politica estera, che gli elementi che ieri hanno portato a scegliere Grillo, Renzi o Salvini saranno (più volte) tutti rimessi in discussione. La Lega è andata molto bene? Forse è vero, ma non ha avuto un governatore in più. Ora è il centrodestra, più che il centrosinistra, che dovrà disegnare i suoi nuovi equilibri, trovare i suoi nuovi leader, mentre Grillo (che nelle urne sale e scende) dovrà pensare a formare una classe dirigente molto forte e credibile, se continuerà a correre da solo.
Per ora però, per i prossimi anni, mentre si discutono i dettagli dell’ultimo voto e dei flussi, Renzi resta premier, nessuno è in grado di metterlo in discussione, non c’è un’alternativa credibile nelle assemblee elettive. Vediamo ora, in questi anni di relativa tranquillità elettorale, cosa saprà portare a casa, se le riforme fatte una volta implementate convinceranno gli italiani. Ma c’è tempo, per ora al timone resta lui, ed è difficile dirgli che ha perso. E anche che è in crisi.