Bruxelles – È boom di segnalazioni di possibili nuove frodi ai danni del bilancio europeo. Nel corso del 2014, l’Olaf, ufficio europeo per la lotta antifrode, ha ricevuto ben 1.417 indicazioni di casi sospetti, il numero più elevato dalla sua creazione nel 1999. La stragrande maggioranza delle possibili truffe riguarda i fondi strutturali e il numero più elevato di denunce è arrivato dalla Romania, seguita da Spagna, Bulgaria, Belgio, Polonia e poi Italia. Nel nostro Paese la maggior parte delle segnalazioni arriva da fonti private mentre pochi sono i casi che nascono da informazioni giunte dal settore pubblico. L’aumento del numero delle frodi segnalate non significa necessariamente che stiano crescendo le truffe: potrebbe anche essere il sintomo di una maggiore insofferenza di cittadini, istituzioni ed altri partner Ue, oggi più inclini che in passato a notare e tentare di fare punire le truffe.
Tantissimi i soldi sottratti indebitamente al bilancio comunitario che l’Olaf ha raccomandato, nel corso degli ultimi 12 mesi, di recuperare: si parla di ben 901 milioni di euro che dovrebbero tornare nelle casse Ue ed essere utilizzati per altri progetti. È l’ammontare più elevato di recuperi finanziari degli ultimi cinque anni.
Le nuove indagini avviate nell’ultimo anno sono state 234 mentre ne sono state concluse 250, la cui durata media è scesa a circa 21 mesi, con un notevole calo rispetto agli anni passati. L’Olaf ha anche formulato 397 raccomandazioni relative ad azioni finanziarie, giudiziarie, amministrative o disciplinari da parte delle autorità competenti.
“Ci siamo concentrati sui casi in cui il nostro intervento risulta particolarmente necessario e può conferire un effettivo valore aggiunto, ossia su indagini complesse in settori quali i fondi strutturali, le dogane, il contrabbando, gli scambi commerciali e gli aiuti esterni”, spiega il direttore generale dell’Olaf, Giovanni Kessler, secondo cui “questi casi permetteranno di recuperare importi ingenti per il bilancio dell’Ue”.