Bruxelles – Gli europei sono soddisfatti della qualità della loro vita? Numeri, grafici e indicatori economici non sono certo abbastanza per poter fornire una risposta a questa domanda. Per questo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha pubblicato un nuovo studio che, per la prima volta, prende in considerazione e combina diversi indicatori oggettivi con pareri soggettivi e personali. Il ritratto che ne consegue è quello di un’Ue capace di garantire una vita abbastanza soddisfacente ai suoi cittadini, che, su una scala che va da 1 a 10, in media danno un 7,1 alla loro qualità della vita. “L’obiettivo è di mettere in luce gli elementi capaci d’influenzare la qualità della vita, dal livello degli studi alla situazione familiare e finanziaria, passando per il lavoro e lo stato di salute” ha spiegato Walter Radermacher, direttore generale di Eurostat. “I cittadini ci tengono alla loro qualità della vita – ha dichiarato Marianne Tyssen, commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali -, quindi c’è un chiaro valore aggiunto nel completare i dati sul prodotto interno lordo con le statistiche che forniscono un ritratto migliore di ciò che le persone considerano importante nella loro vita di tutti i giorni”. “Credo – ha continuato la commissaria – che la serie completa di questi nuovi dati possa aiutarci a fornire politiche maggiormente su misura per migliorare il generale grado di soddisfazione della vita degli europei”.
Nelle sue 268 pagine, il corposo e dettagliato report prende in esame otto ambiti (più uno, quello complessivo) suoi quali i cittadini Ue sono stati chiamati ad esprimere il proprio grado d’appagamento: relazioni personali, alloggio, tempo di percorrenza fra la propria abitazione e il luogo di lavoro, qualità dell’ambiente in cui si vive, lavoro, uso del tempo, situazione finanziaria. Sono gli europei dai 16 anni in su a dichiararsi più soddisfatti con un complessivo 7,8 alla loro vita. In quasi tutti gli Stati membri, e non solo (la rilevazione comprende anche Serbia, Islanda, Norvegia e Svizzera, che non fanno parte dell’Ue), la soddisfazione per quanto riguarda le relazioni personali figura al primo posto, al punto da essere superiore al voto complessivo dato alla qualità della vita. Com’è immaginabile, invece, l’ambito che ha raccolto i pareri meno entusiasti degli europei è quello sulla situazione finanziaria, dove il voto medio è una sufficienza risicata: 6,0.
L’Italia non fa eccezione, anzi. Il voto degli italiani alla loro situazione economica è di poco inferiore alla media europea: 5,7. Anche il grado generale di soddisfazione della propria vita (6,7) è sotto la media dell’Unione, così come tutti i parametri presi in esame. Fortuna che ci sono i Paesi del nord Europa a compensare i brutti voti italiani. Danesi, finlandesi, svedesi, islandesi e anche svizzeri danno un 8 alla loro qualità della vita, olandesi e austriaci 7,8, mentre nel Lussemburgo la media è 7,5. I voti più bassi invece si registrano in Bulgaria (4,8) e Ungheria (6,2), ma anche in Grecia (6,2), Croazia (6,3), Cipro (6,2), Portogallo (6,2), Serbia (4,9) e, per l’appunto, Italia (6,7). Che sia ormai tramontato il mito dell’Europa mediterranea, dove il sole e l’alta qualità della vita hanno sempre compensato una minore ricchezza economica? Pare di sì, parola di Eurostat.