Bruxelles – Il mediatore europeo vuole vederci chiaro. Secondo Emily O’Reilly, la formula “errore procedurale interno” non è abbastanza per far luce su un episodio al limite dell’insider trading che ha avuto come protagonista la Bce e una ristretta comunità di banchieri. Per questo il mediatore ieri sera ha inviato una lettera direttamente al presidente della Banca centrale europea, esigendo una risposta entro le prossime due settimane.
L’episodio incriminato è avvenuto la sera del 18 maggio a Londra, durante una conferenza del consiglio della Bce con gli alti funzionari di almeno cinque Banche centrali e alcuni gestori di hedge found (fondi speculativi). Durante l’evento, Benoit Coeuré, membro del board Bce, ha detto che la Banca centrale avrebbe acquistato altri titoli governativi prima della pausa estiva. Si trattava di un evento già previsto da diversi analisti economici ma mai confermato pubblicamente da Francoforte. Per questo ha creato scalpore il fatto che l’informazione fosse stata data solo a una ristretta cerchia di banchieri e non a tutti gli operatori finanziari contemporaneamente, come dovrebbe invece avvenire. “Gradirei che la Bce fornisse informazioni più dettagliate sull’incidente in questione – ha scritto il mediatore nella sua lettera – e in particolare sulle misure che ha preso per evitare che si ripetano tali incidenti in futuro, così da permettermi di accertare se sia necessaria un’azione da parte mia”. La comunicazione di O’Reilly arriva due settimane dopo un incontro fra i suoi funzionari e quelli della Bce sull’etica e sulla modifica delle regole di accesso del pubblico ai documenti della Bce. “Le scriverò separatamente su questo argomento” ha preannunciato il mediatore nella sua lettera a Draghi.
Si tratta di giornate particolarmente intense per Emily O’Reilly, che oggi ha annunciato anche l’apertura di un’inchiesta sul “trilogo”, una prassi istituzionale europea dai dettagli poco conosciuti che a Bruxelles è ormai diventata la norma. Il trilogo, infatti, non è regolamentato da nessun trattato comunitario ma negli ultimi cinque anni Parlamento, Consiglio e Commissione ne hanno effettuati circa 1.500. Nonostante i trattati prevedano che una norma adottata con la procedura di co-decisione possa essere sottoposta fino a tre letture, per velocizzare i tempi le tre istituzioni hanno da tempo adottato la prassi di far seguire un trilogo alla prima lettura. Si tratta di una sorta di dialogo fra rappresentanti delle tre istituzioni che ha di fatto cambiato l’iter procedurale di adozione delle norme, al punto che circa l’80% risulta approvato in prima lettura. Ma come funziona esattamente tale dialogo? “Proprio a questa domanda vogliamo trovare una risposta – ha spiegato il mediatore -. I cittadini europei, le imprese e le organizzazioni dovrebbero poter seguire ogni tappa del processo legislativo e comprendere come i negoziati arrivino a un accordo”. Parlamento, Consiglio e Commissione avranno ora tempo fino al 30 settembre per fornire una risposta dettagliata a tutte le questioni sollevate da O’Reilly, che di conseguenza deciderà come strutturare la seconda parte della sua inchiesta.
Nel 2014 il mediatore europeo, che si occupa d’indagare su casi di mala-amministrazione nelle istituzioni europee, ha risposto a 23.072 reclami. La maggior parte di questi hanno trovato risposta solamente grazie alla consultazione del sito internet dell’istituzione, mentre altri hanno dato avvio a inchieste specifiche. Lo scorso anno sono state 17 le iniziative spontanee di O’Reilly, mentre 325 sono state le indagini partite dopo un reclamo. Dall’Italia sono arrivate 163 proteste, 38 delle quali hanno spinto il mediatore ad aprire un procedimento. Com’è immaginabile, quasi il 60% del totale dei reclami riguardano l’operato della Commissione europea, un 24% è distribuito fra agenzie europee e ufficio di selezione del personale, mentre la quota restante si riferisce ad altri organismi. Solo il 3,5% riguarda il Parlamento europeo.