Bruxelles – L’Unione europea e la Confederazione Elvetica hanno firmato oggi a Bruxelles l’accordo sullo scambio automatico di informazioni in materia fiscale. L’intesa entrerà in vigore il primo gennaio del 2017 e i primi scambi di dati potrebbero avvenire nel 2018. Però il testo deve ancora essere approvato dal Parlamento svizzero e potrebbe essere sottoposto a un referendum, che è in questo caso solo facoltativo, ma vista la portata della materia molti osservatori lo danno per scontato. Come scontata, o quasi, è data la vittoria di un sì, se la consultazione si terrà, visto che respingere l’intesa vorrebbe dire chiudere i rapporti finanziari con l’Unione europea e l’Ocse, che inserirebbe la Confederazione nella lista nera dei paradisi fiscali.
Per la Svizzera oggi a Bruxells ha firmato il segretario di stato per le questioni finanziarie internazionali, Jacques de Watteville, per l’Ue la sigla è quella del commissario europeo per gli Affari economici Pierre Moscovici congiunta a quella del ministro delle Finanze lettone Janis Reirs. La Lettonia ha in questo semestre la presidenza di turno dell’Ue.
Secondo l’intesa tutti gli istituti finanziari elvetici raccoglieranno i dati dei loro correntisti o depositari e li inoltreranno alle autorità fiscali svizzere, che poi li trasmetteranno a quelle dei paesi dei loro clienti stranieri. Gli stati dell’Ue agiranno nello stesso modo verso la Confederazione.
La trattativa, che cancella decenni e decenni di storia bancaria svizzera, è stata molto serrata, ma Berna non aveva via d’uscita.