Bruxelles – La Commissione Juncker ha lanciato con grandi fanfare la “sua” proposta per la “better regulation” (legiferare meglio). Un progetto grazie al quale la legislazione europea diventerà più chiara, più efficiente, più equa e più snella. Il programma è stato presentato il 19 maggio dal braccio destro di Jean-Claude Juncker, il vice-presidente della Commissione Frans Timmermans. Ma scavando tra i documenti preparatori si scopre che le idee contenute al suo interno sono farina di un altro sacco, non quello dell’olandese, e nemmeno di quello di questa Commissione. E che ci sono anche alcuni vizi d’origine.
IL VERO PADRE DELLA BETTER REGULATION La quasi totalità delle proposte avanzate da Timmermans sono frutto del lavoro di un gruppo d’esperti “di alto livello” che da più di sette anni detta alla Commissione le misure da adottare nel campo della semplificazione normativa. A capo del team di consiglieri (manco a farlo apposta, diranno i maligni) c’è un tedesco, vecchio compagno di partito di Angela Merkel. Il suo nome è Edmund Stoiber e il 18 dicembre 2014, all’età di 73 anni, è stato nominato da Juncker consigliere speciale per la “better regulation”. La sua figura desta da anni molti dubbi, anche per un suo presunto tentativo di fare pressione su un commissario europeo per allentare la morsa sui produttori di tabacco tedeschi. Non solo. Il documento che ha ispirato la proposta di Timmermans non è stato approvato da tutti i membri del gruppo di alto livello. I quattro “esperti” rappresentanti la società civile si sono dissociati pubblicamente, e ora che le proposte del board sono diventate quelle della Commissione, le polemiche non possono che aumentare.
CHI È STOIBER Profondamente cattolico, padre di tre figli, tifoso del Bayern Monaco e da molti considerato un euroscettico, Stoiber è nato il 28 settembre 1941 a Oberaudorf, in Baviera. Nel 1971 è entrato a far parte del Ministero bavarese dell’Ambiente e dello sviluppo regionale, e dopo alcuni anni al servizio del suo land ha cominciato a farsi notare anche all’interno del suo partito, la CSU (Unione Cristiano-Sociale in Baviera), del quale diventa segretario generale dal 1978 al 1983. Dal 1982 al 1988 è capo della cancelleria di stato bavarese e per 14 anni, dal 1993 al 2007, è presidente della Baviera. Una carriera tutta in salita che porta Stoiber a essere nel 2002 il candidato della CDU (Unione Cristiano Democratica) alla cancelleria tedesca, scalzando la sua principale avversaria, Angela Merkel. Considerato da tutti come il vincitore annunciato della tornata elettorale, Stoiber esce invece sconfitto per un pugno di voti contro il cancelliere uscente Gerhard Schröder. Si tratta della prima cocente delusione per il cristiano-democratico, che da quel momento inizia un lento cammino verso il ritiro dalla politica attiva. Nel 2004 il presidente francese Jacques Chirac lo propone come nuovo presidente della Commissione europea, ma lui rifiuta gentilmente l’offerta. Stessa risposta anche per la compagna di partito Angela Merkel, che nel 2005 lo vorrebbe a capo del Ministero dell’Economia, finché, nel 2007, Stoiber decide di dimettersi dal ruolo di primo ministro bavarese.
AL SERVIZIO DELL’UE Il 2007 doveva segnare la fine della carriera politica di Stoiber, invece proprio in quell’anno comincia la sua nuova vita di “esperto” della semplificazione europea. Il 31 agosto la Commissione di José Manuel Barroso nomina il tedesco capo del “Gruppo di alto livello di stakeholders indipendenti sui carichi amministrativi” . Si tratta di un team composto da 15 membri selezionati sulla base delle loro competenze (nominati dalla Commissione dopo aver consultato lo stesso Stoiber), che per 7 anni e tre mandati ha consigliato l’esecutivo comunitario su come ridurre il carico burocratico generato dall’Unione europea.
TAGLIARE LA BUROCRAZIA Il 21 febbraio 2012 gli esperti hanno consegnato al presidente Barroso il loro primo report, il cui scopo era soprattutto quello di invitare gli Stati membri ad applicare in modo più intelligente le direttive europee. Il dossier più importante, però, viene presentato a Bruxelles nell’ottobre 2014. Il documento frutto di 54 riunioni e intitolato “Cutting red tape in Europe” (Tagliando la burocrazia in Europa) secondo lo stesso Stoiber aveva tre parole chiave: “legiferare in modo intelligente”, Refit (programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione, lanciato da Barroso nel 2013), e tagliare la burocrazia. Esattamente gli stessi leitmotiv del progetto sulla “better regulation” del vice-presidente Timmermans. La teoria alla base del dossier di Stoiber è che attraverso il taglio delle regole sarà possibile riconquistare la fiducia dei cittadini europei. Secondo il tedesco, l’articolo dei trattati sul mercato unico è interpretato in maniera troppo ampia ed è usato per regolamentare ambiti diversi rispetto a quelli per i quali era stato pensato, creando così molta burocrazia inutile. “Il mio obiettivo più importante è stato ed è quello di battermi per un nuovo modo di pensare a Bruxelles: non tutto ciò che può essere regolato deve essere regolato” aveva dichiarato Stoiber in quell’occasione. Una frase, quella del tedesco, che deve aver ispirato i futuri presidente e vice-presidente della Commissione, che da mesi ripetono come un mantra “non tutti i problemi europei devono essere un problema per l’Ue” e “a Bruxelles serve una rivoluzione culturale”.
IL PIANO DEGLI ESPERTI Quali sono quindi le proposte fatte dal gruppo d’esperti per semplificare la legislazione europea? Fra le altre, rendere indipendente il comitato che si occupa di analizzare le analisi d’impatto fatte dai vari DG e dotare ogni istituzione di un corpo indipendente capace di svolgere un’analisi d’impatto ogni qualvolta si voglia presentare una nuova legge o emendarla. Ricette poi riprese solo con leggere modifiche dall’attuale vice-presidente della Commissione.
IL DISSENSO DELLA SOCIETA’ CIVILE E DELLE ONG Il documento, però, non è stato votato all’unanimità dagli esperti del gruppo. Quattro di loro, unici rappresentanti della società civile e delle ong all’interno del board, hanno deciso di dissociarsi in maniera pubblica e hanno scritto una lettera contestando la ricetta di Stoiber. “Non è giusto focalizzarsi sul costo di una misura senza invece tener conto dei benefici, ad esempio sociali, che può portare – hanno scritto i quattro -. Il fatto di aprire pubbliche consultazioni anche sulle bozze di lavori in co-legislazione rischia di portare a una paralisi del processo decisionale”. “Paralysis by analysis” è l’espressione efficace trovata dagli esperti, che invece vorrebbero più trasparenza su altri documenti non toccati dal progetto di Stoiber, come gli accordi commerciali. Riguardo al nuovo comitato indipendente sulle analisi d’impatto: “c’è il rischio che nel peggiore dei casi possa anche essere fonte di ulteriori carichi amministrativi” denunciano i dissidenti. Infine, sulla proposta di creare una nuova struttura istituzionale che si occupi dei reclami sulla legislazione (anche questa ripresa da Timmermans): “l’esperienza mostra che i reclami che arrivano in questo campo sono talmente tecnici da poter essere risolti con le strutture Ue già esistenti”.
ORA COSA SUCCEDERA’ Le stesse critiche fatte dagli allora dissidenti del gruppo d’esperti di alto livello potrebbero ora essere trasferite al piano “legiferare meglio” della Commissione, che riprende quasi nella loro totalità le proposte avanzate da Stoiber. Uomo politico, mancato cancelliere tedesco e mancato presidente della Commissione, che con le sue idee potrebbe cambiare le regole delle istituzioni europee.