Bruxelles – La Commissione europea ha deciso di aumentare l’assistenza alla Repubblica Centrafricana, Paese che con difficoltà sta tentando di uscire da una dura guerra civile che va avanti dal 2012. Bruxelles ha portato a 72 milioni di euro il suo contributo finanziario, di questi soldi 10 milioni andranno ad aiuti umanitari, 40 al sostegno al bilancio e altri 22 milioni per il fondo fiduciario Bêkou. Ma non basta. “Servono 560 milioni euro per far fronte alle necessità più basilari del Paese, e al momento è stato trovato solo il 21% di questa cifra”, ha spiegato Kyung-Wha Kang, sottosegretaria generale e coordinatrice degli aiuti di emergenza dell’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari, in una conferenza stampa con la presidente ad interim del Paese, Catherine Samba-Panza venuta a Bruxelles per una conferenza internazionale organizzata dall’esecutivo comunitario e incentrata sui bisogni del Paese. Bisogni che a quanto pare sono lontani dall’essere soddisfatti. “Ci sono stati molti impegni, molti annunci, ma gli esborsi reali non sono stati all’altezza delle attese dell’autorità transizione”, ha spiegato Panza.
La Repubblica Centrafricana è tra i Paesi più poveri del mondo, la crisi è iniziata nel 2012 e ha raggiunto il suo culmine nel marzo 2013 quando il presidente Francois Bozize è stato destituito da una coalizione eterogenea a dominanze musulmana, denominata Séléka, un atto che ha fatto sprofondare la nazione in una guerra civile tra cristiani e musulmani. Dopo l’intervento internazionale guidato dalla Francia ad aprile è stato raggiunto un fragile cessate il fuoco tra i Séléka e il gruppo dei miliziani cristiani anti-balaka , ma la situzione è ancora molto critica.
Per questo la presidente Samba-Panza, ha ringraziato l’Unione europea per il sostegno e “per essere stata al nostro fianco fin dalle prime ore” e ha fatto appello a una maggiore solidarietà internazionale. “Chiediamo anche ad altri Paesi, oltre a Germania, Francia e Paesi Bassi, di alimentare il fondo Bêkou perché “dobbiamo evolvere verso un contesto politico riappacificato e andare verso le elezioni”, tenendo presente che “l’accordo di disarmo firmato non deve rimanere solo sulla carta ma essere implementato”, e anche in questo “programma di smobilitazione serve l’appoggio della comunità internazionale”.
Il fondo Bêkou, parola che nella principale lingua del paese, il sango, significa “speranza”, aveva un importo originario di 74 milioni di euro, 51 messi dalla Commissione europea, 10 dalla da Francia, 10 dalla Germania e 3 dai Paesi Bassi, e serve a dare maggiore flessibilità agli aiuti nel Paese. In tutto, nel periodo 2013-2014 L’Unione europea ha mobilitato 377 milioni di euro.