Roma – I governi di Italia e Algeria “lavoreranno perché il Mediterraneo torni a essere quello spazio centrale e cruciale per il destino dell’Europa”. È l’annuncio fatto dal premier italiano Matteo Renzi alla fine dell’incontro con il suo omologo algerino Abdelmalek Sellal, avvenuto oggi a Roma. E un aspetto certamente cruciale è quello delle forniture energetiche. Per incrementarne la sicurezza, alleggerendo il grado di dipendenza dalla Russia, l’Unione europea punta a diversificare fonti e canali di approvvigionamento. In questa ottica, la collaborazione tra Roma e Algeri può risultare determinante.
“L’Algeria è un grande paese produttore di energia, sia gas che petrolio”, ha ricordato Sellal, aggiungendo di aver “proposto al premier Renzi di creare un asse strategico” tra i due rispettivi paesi “per mettere in sicurezza l’approvvigionamento energetico dell’Italia e dell’Europa”.
A questo proposito, il capo dell’esecutivo di Algeri ha parlato del Galsi, un gasdotto pensato per portare il gas algerino in Italia, a Piombino, passando per la Sardegna. “È un progetto che abbiamo intenzione di rilanciare come fonte di approvvigionamento alternativa per l’Ue”, ha dichiarato Sellal, aggiungendo che “lo scheletro del progetto esiste già e noi abbiamo avviato i lavori sulla costa algerina”.
Per il leader nordafricano, “adesso bisogna passare a un’altra fase”, e per questo si è rivolto a Renzi, nella speranza di far magari inserire il progetto nel Piano Junker, o comunque porlo all’attenzione di Bruxelles mentre si discute il pacchetto sull’Unione dell’energia, che all’interconnessione delle reti del gas dedica un capitolo importante.
In conferenza stampa, Renzi non si è sbilanciato con annunci. Si è limitato a ricordare che tra Italia e Algeria esistono “tradizionali relazioni di amicizia, che sono in particolar modo forti” nel settore energetico, e “non soltanto nel campo del gas ma anche nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, con Eni, Enel e con altre aziende private”. Poi ha sottolineato che le relazioni tra i i due Paesi riguardano anche altri settori, come quello delle infrastrutture e della produzione industriale, invitando le imprese italiane a investire in Algeria.
Il fatto che il premier italiano non si sia dilungato troppo sulla questione energetica si spega forse con l’urgenza di affrontare un altro dossier, sul quale anche l’Algeria può dare il suo contributo: la crisi libica. I due leader hanno convenuto sulla necessità di appoggiare la mediazione Onu “perché si arrivi quanto prima alla formazione di un Governo di unità nazionale”. Per entrambi la soluzione deve essere “politica“ e, ha aggiunto Renzi , “deve avere come protagonista popolo libico“.