Roma – “Dobbiamo costruire consenso politico” attorno all’Agenda immigrazione presentata dalla Commissione europea. Lo sostiene Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica estera e di difesa dell’Ue, che oggi è stata in Italia per ritirare il premio Ispi 2015 e partecipare a un convegno organizzato da Pd e Pse sul ruolo dell’Europa nel futuro del Mediterraneo. È ai governi degli stati membri che si rivolge Mogherini, perché sono loro ad dover trovare un accordo in seno al Consiglio, posto che il consenso del Parlamento europeo – appare quasi scontato – sia più facile da ottenere. “È ora che ora che ciascuno Stato europeo sia pronto a farsi carico delle responsabilità che tutti insieme condividiamo”, ha dichiarato l’italiana.
Lady Pesc ha poi descritto le varie tessere che compongono il mosaico dell’Agenda immigrazione. “Nelle prossime settimane rafforzeremo, fino a raddoppiarla, la nostra presenza in Niger”, annuncia Mogherini, ricordando che quello è uno dei principali Paesi attraverso cui il flusso di migranti raggiunge la Libia, prima di salpare sui barconi alla volta delle coste europee. Aumentare la presenza lì vorrebbe dire creare una diga a monte. E fin qui, i 28 non hanno grossi problemi a convenire.
Poche difficoltà a concordare anche sulla missione di contrasto alla rete criminale che lucra sui viaggi dei migranti. Una missione per la quale bisogna fare “una lotta contro il tempo, perché ogni giorno che passa rischiamo di avere nuove tragedie” in mare, sostiene lady Pesc. Per questo è necessario che l’avallo delle Nazioni Unite, attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza, arrivi presto.
Le difficoltà si presentano su un altro “tassello del puzzle”: la redistribuzione dei rifugiati. La proposta che sarà presentata “mercoledì con cifre e numeri – le quote di richiedenti asilo che ogni Paese membro dovrebbe accogliere – può essere un punto di svolta”, secondo l’Alto rappresentante. Perché ciò avvenga, però, serve appunto un “consenso politico” in seno al Consiglio.
Si tratta di una missione complicata. Su questo concordano il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il presidente del Pse, Sergei Stanishev, e il capogruppo S&D a Strasburgo, Gianni Pittella, tutti intervenuti al convegno. “Sono ottimista sul fatto che dal Parlamento europeo possa venire un appoggio”, ha dichiarato Gentiloni, riconoscendo che “costruire il consenso nel Consiglio europeo di metà giugno sarà più complicato”. Pittella tuona: “Voglio vedere gli Stati membri che avranno la spudoratezza di mettersi contro” l’Agenda immigrazione. Poi, si dice ottimista sul fatto che “non ce ne saranno oltre a quelli che già sappiamo”. Regno unito e alcuni paesi dell’Est, sono un esempio, ma anche la Francia del socialista Francoise Hollande non sembra entusiasta delle quote. E quando lo si fa notare a Stanishev, il quale aveva dichiarato che “il Pse appoggia pienamente la proposta della Commissione”, ammette che “non sarà facile trovare un accordo”.