Bruxelles – Con la direttiva sulla Better regulation si promette la massima trasparenza, “porte e finestre aperte”, è vero, ma fino a un certo punto. Se qualcuno pensa che dovrebbero essere resi pubblici anche i risultati delle votazioni all’interno del collegio dei commissari europei resterà deluso. “Non conosco governi nazionali in cui i voti dei ministri siano pubblici e non lo faremo in Commissione”, afferma il primo vicepresidente, Frans Timmermans, in un dibattito organizzato dal Think tank Epc a Bruxelles, rispondendo a chi gli chiedeva se maggiore trasparenza non dovesse significare anche togliere il segreto sulle votazioni del collegio. “Alcuni ministri lo fanno” e dicono come sono andate le votazioni, “ma è una scelta personale”, concede Timmermans, che sottolinea però che “una decisione collegiale significa appunto che quando si è deciso tutti supportano la decisione presa”. Inoltre, aggiunge, “non si può mettere sotto i riflettori un determinato componente dell’esecutivo che magari ha votato in maniera diversa”.
Parlando sella sua proposta sulla Better regulation, la semplificazione normativa comunitaria, il vicepresidente ha ribadito di essere fiducioso che “si possa trovare sul testo un accordo tra Consiglio e Parlamento Ue entro la fine della presidenza Lussemburghese”, ovvero entro il 2015, e che già nel gennaio prossimo “si possa cominciare a implementare la parte sulla trasparenza e con le prime valutazioni dei regolamenti esistenti”.