Bruxelles – Dopo aver conquistato anche l’antica città di Palmira, l’Isis controlla ormai più territorio siriano rispetto al governo di Bashar Al-Assad: nelle mani del sedicente Stato islamico c’è più della metà della Siria. A preoccupare il mondo intero, però, non è solamente il significato geopolitico e umanitario della presa di Palmira, ma anche quello storico e artistico. Posta a 240 chilometri a nord-est della capitale Damasco, la città fondata circa quattromila anni fa è una delle più antiche della regione ed è considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
“Centinaia di persone sono state uccise, altre migliaia rischiano di essere vittime di azioni di violenza arbitraria e importanti siti culturali potrebbero essere distrutti” ha dichiarato Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue. “Palmira è il simbolo del ricco patrimonio culturale siriano ed è stata crocevia di civiltà attraverso la storia – ha continuato Mogherini -. Le uccisioni di massa dell’Isis e la distruzione deliberata di patrimoni archeologici e culturali in Siria e Iraq è da considerare come un crimine di guerra, in accordo con lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. L’Unione europea ha fatto tutti i passi necessari per prevenire il commercio illegale di beni culturali, considerato che il traffico illecito di opere d’arte contribuisce direttamente a finanziare l’Isis e altre organizzazioni terroristiche”.
“Noi supportiamo gli sforzi delle Nazioni Unite per cercare una soluzione politica che possa portare alla fine di un conflitto che dura ormai da quattro anni – ha concluso l’Alto rappresentante – e le azioni della coalizione anti-Da’esh e altre organizzazioni terroristiche”. Da dicembre, infatti, l’Ue si è impegnata a supportare il piano ideato dall’Onu per “ottenere una de-escalation strategica della violenza come base per una processo politico sostenibile”.