Strasburgo – Il Parlamento europeo ci riprova e sui congedi di maternità e paternità cerca di spingere sull’acceleratore. Con una risoluzione votata a larga maggioranza, Strasburgo ha chiesto alla Commissione di non ritirare, come annunciato, la proposta di direttiva che vorrebbe stabilire delle regole europee sul congedo di maternità e ha esortato gli Stati membri a riprendere il dibattito sull’argomento. Difficile però immaginare che la richiesta degli eurodeputati venga ascoltata.
Il testo preparato dalla Commissione Barroso nel 2008 e poi modificato dal Parlamento europeo nel 2010 è infatti fermo sulle scrivanie del Consiglio da quattro anni. Vista l’assenza di progressi dopo tutto questo tempo, il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Frans Timmermans, ha annunciato da mesi di voler ritirare tale direttiva, forse con l’intenzione di presentarne una nuova. Il testo originale della Commissione prevedeva di aumentare il periodo di congedo di maternità volontario da 14 a 18 settimane, di cui sei obbligatorie immediatamente dopo la nascita del figlio. Gli eurodeputati avevano invece chiesto di portare tale periodo a 20 settimane con pagamento completo dello stipendio. Dopo la presa di posizione di Strasburgo, però, gli Stati membri hanno continuato a temporeggiare senza mai dare il via ai negoziati. Ora, con una risoluzione che ha raccolto 419 voti favorevoli, 97 contrari e 161 astensioni, gli eurodeputati hanno chiesto ancora una volta di superare la fase di stallo e hanno invitato la Commissione ad agire come mediatore oppure a presentare una nuova proposta entro fine anno.
Dal canto loro, gli Stati membri hanno lasciato intendere di non volerne sapere di pronunciarsi sul congedo. Già nel luglio scorso Sandro Gozi, a nome della presidenza italiana di turno del Consiglio, aveva evidenziato che esistono “forti diversità di punti di vista” sull’argomento. “Siamo pronti, anche se si parte da nuove basi politiche, a esaminare ancora la proposta in Consiglio e Parlamento – aveva dichiarato il sottosegretario con delega agli Affari europei – per vedere se ci sono le condizioni per evitare che la proposta arrivi a un binario morto”. Una posizione ribadita a Strasburgo anche dalla Lettonia, che è succeduta all’Italia e presiederà il Consiglio fino a giugno. “La presidenza non può agire da sola, è legata alla volontà degli Stati membri esattamente come il Parlamento è legato alla volontà dei suoi deputati – ha detto la rappresentante del Governo lettone Zanda Kalnina-Lukaševica -. Una nuova iniziativa darà delle nuove basi al Consiglio e al Parlamento per lavorare insieme per migliorare il congedo per uomini e donne”.
“In che Europa stiamo vivendo, se chi crea la vita è penalizzata? Non possiamo aiutare le madri semplicemente cancellando la direttiva. – ha spiegato Maria Arena (S&D), relatrice per il Parlamento -. Dal 1992, quando è stata approvata la direttiva sul congedo di maternità, non abbiamo compiuto alcun passo in avanti “. Prima del voto, anche i Verdi si erano dichiarati favorevoli alla risoluzione alzando in aula numerosi cartelli con scritto “Sos paternity leave” (Sos congedo di paternità) e “Maternity leave #Thefinalpush” (Congedo di maternità #la spinta finale).