Strasburgo – La strategia adottata finora per arginare il problema della Xylella va ripensata. Servono risarcimenti agli agricoltori, e un’azione di ricerca che aiuti ad accertare le cause di contagio degli ulivi del Salento evitando magari l’eradicazione delle piante. Questo il parere dell’Aula del Parlamento europeo, espresso attraverso una risoluzione adottata a grandissima maggioranza (507 sì, 115 no, 37 astensioni). Nello specifico l’Aula riunita a Strasburgo sollecita la Commissione e il Consiglio a “compensare” i coltivatori per le misure di eradicazione e la perdita di reddito, e invita l’esecutivo comunitario a “utilizzare tutti i fondi e gli strumenti possibili per aiutare la ripresa economica delle zone colpite e per incoraggiare i coltivatori ad adottare misure preventive”. In secondo luogo si suggerisce di “promuovere e intensificare gli sforzi nella ricerca, accrescendo la collaborazione internazionale e occupandosi con urgenza della questione”. A tal fine per l’Aula sarebbe opportuno “mettere a disposizione dei fondi per la ricerca scientifica” sul batterio Xylella.
Il Parlamento europeo dunque viene incontro alle richieste di associazioni agricole e ong, anche con un richiesta volta a salvaguardare il territorio. Come? La risoluzione sostiene che il sistema di controllo fitosanitario ufficiale dell’Ue “dovrebbe essere rivisto e, se necessario, la Commissione dovrebbe introdurre misure per le importazioni più restrittive”. Di più. Il Parlamento chiede anche un aumento dei mezzi a disposizione per individuare gli organismi nocivi alle frontiere dell’Ue, suggerendo agli Stati membri di intensificare i controlli per “prevenire la diffusione della Xylella oltre le zone già delimitate”.
Il voto di oggi rappresenta un buon risultato, secondo il presidente della commissione Ambiente, Giovanni La Via (Ppe). “Ritengo che l’eradicazione nella cosiddetta ‘zona cuscinetto’ sia una soluzione necessaria per fermare la diffusione del contagio, ma vanno affiancate misure adeguate di risarcimento per gli agricoltori”. Bene quindi il messaggio che arriva dal Parlamento, anche per quanto riguarda la ricerca. “La lotta alle fitopatie non può prescindere da azioni preventive”.