Strasburgo – La missione militare Eunavfor Med per il contrasto al traffico irregolare di migranti non è che uno dei primi passi del rinnovamento della Politica di sicurezza e difesa comune dell’Ue. Un inizio, “un tassello” di una strategia più complessiva che l’Unione europea è chiamata a sviluppare per far fronte alle sfide che il mondo di oggi pone. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, non si nasconde: se l’azione nel Mediterraneo dovesse restare isolata la sicurezza dell’Europa sarebbe sempre in discussione. Da una parte, spiega all’Aula riunita a Strasburgo, ci sono le note positive. “Abbiamo appena deciso di creare l’operazione Eunavfor, ma serviranno tempo e lavoro prima di lanciarla perchè va pianificata”. Ma di significativo c’è che “la decisione è stata presa in meno di un mese, quando normalmente servono dai sei ai dieci mesi per stabilire un’operazione come questa”. Ma, ricorda l’Alto rappresentante, la preparazione di una missione di sicurezza e difesa nel Mediterraneo e il rafforzamento della politica di sicurezza e difesa “sono solo due tasselli della nostra strategia”. Ecco quindi le note dolenti: la politica estera resta materia di competenza esclusiva degli Stati membri, e ci sono dei settori dove il panorama “non è roseo”. Ad esempio “manca la volontà politica per accelerare il meccanismo di risposta rapida”. Un problema, secondo Mogherini. “La convidisione degli oneri è fondamentale. E’ una necessità, se vogliamo che la politica di sicurezza e difesa funzioni”.
Il costo della non-Europa nel settore della difesa è di 26 miliardi di euro l’anno, “un costo troppo elevato” e non solo in termini economici. “Dobbiamo rivedere il modo in cui concepiamo la sicurezza”, usando gli strumenti a disposizione per “non solo per reagire a livello di difesa, ma per creare sicurezza, creare le condizioni per la sicurezza in tutto il mondo, non solo in Europa”. Oggi, continua Mogherni, “abbiamo bisogno di più difesa e di un’impostazione più europea nella difesa, perchè ci si aspetta che l’Europa sia un fornitore di sicurezza, e questa domanda crescerà”. Molto sarà deciso a giugno, quando i leader dell’Ue discuteranno proprio di questo dossier.