Namur – Non sempre democrazia fa rima con tecnologia. In Belgio, ne sono convinti numerosi deputati del Parlamento vallone, che con una risoluzione vogliono chiedere al Governo federale di abbandonare il voto elettronico a favore di un ritorno alla più classica scheda cartacea. Il motivo? Impossibilità per l’elettore di verificare se il voto è stato registrato correttamente, pericolo di violazione del segreto dell’urna per le persone che hanno difficoltà a usare il dispositivo elettronico, rischio di falle nel sistema informatico e costi troppo elevati. Un voto telematico, infatti, costerebbe 1,37 euro, contro i 10 centesimi di una “x” su carta.
La polemica anti-tecnologica ha già raccolto ampi consensi in tutti i partiti valloni, anche se c’è chi vorrebbe sviluppare sistemi informatici più sicuri invece di fare un passo indietro. Persino l’Italia, dove dal 2001 il voto elettronico è stato sperimentato a più riprese in diversi comuni e regioni ma mai adottato definitivamente, viene presa come esempio dai sostenitori del ritorno al cartaceo. “La soppressione del voto elettronico nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna, in Italia, in Finlandia e in Norvegia traduce a sufficienza il fatto che la modernità non passa necessariamente attraverso questa modalità d’elezione” ha dichiarato Stéphane Hazée, deputato dei Verdi. Il risultato della controversia lo sapremo fra due settimane, quando il Parlamento vallone voterà la risoluzione. Magari per alzata di mano, per non scontentare nessuno.