Bruxelles – Si sono incontrati oggi per una conferenza che durerà due giorni i ministri dell’educazione dei quarantasette paesi dello Spazio europeo dell’istruzione superiore, per discutere riguardo ai progressi nel miglioramento dei sistemi di istruzione superiore iniziato con il Processo di Bologna, e riguardo al modo per agevolare ancor più la mobilità degli studenti attraverso le frontiere nazionali.
In media solo sette studenti su dieci portano a termine il loro programma di studi superiori, mentre gli ostacoli maggiori che impediscono loro di spostarsi con più frequenza tra i vari paesi sono la scarsità di finanziamenti e la conoscenza delle lingue. In oltre la metà dei paesi il tassi di completamento sono solo tra il 30 e il 50 per cento. “Non possiamo permetterci una tale perdita di talento”, ha detto il commissario europeo all’educazione Tibor Navracics, il quale ha poi aggiunto che “tutti i governi che partecipano a questo sforzo devono aumentare il ritmo delle riforme in questo campo”.
Stando al report pubblicato in occasione dell’incontro, le riforme messe in atto tendono ad incentivare primariamente con finanziamenti quegli studenti che terminano i loro studi in tempo. Contemporaneamente però la crisi ha impedito ai nuovi laureati di collocarsi all’interno del mercato di lavoro, e ciò ha condotto ad un’eccedenza rispetto alla quantità effettivamente assorbibile.
Per quanto riguarda la mobilità internazionale, quasi la metà dei paesi non ha messo in atto strategie volte a questo fine, anche se sembra che in generale l’andamento sia in crescita, e che dunque vi sia un processo, per quanto lento, che conduce ad una maggiore permeabilità tra uno stato e l’altro. Appare comunque necessario migliorare non solo il numero, ma anche la qualità degli spostamenti, investendo nello specifico sul monitoraggio delle varie esperienze e programmando gli scambi alla luce dell’esperienza effettiva dello studente.