Bruxelles – I crimini contro la fauna selvatica richiedono soluzioni pratiche accompagnate a iniziative di sensibilizzazione della gente. E una caccia regolamentata aiuta a proggere tutte le spiecie animali. Il tema della conservazione della diversità faunistica è stato al centro di un dibattito dal titolo Combating Wildlife Crime che si è tenuto al Parlamento europeo a Bruxelles, promossodall’integruppo Biodiversity, Hunting and Countryside.
Esiste, è stato spigato come esempio, una grande quantità di uccelli migratori che attraversa il territorio europeo ogni anno, la cui cifra ammonta a circa due miliardi, la cui diminuzione non sarebbe da imputare solo alla caccia (nei casi in cui non sia regolamentata), ma anche ai cambiamenti climatici.
“Bisogna agire in maniera non demagogica”, ha affermato Renata Briano, vicepresidente dell’intergruppo , che ha aggiunto: “Il problema principale che conduce alla perdita di biodiversità sono l’agricoltura intensiva, l’introduzione di specie aliene e il bracconaggio”. Briano ha poi spiegato che “il bracconiere è nemico del cacciatore”, dato che quest’ultimo “permette con il suo operato la gestione faunistica”, da attuare in “collaborazione con le comunità locali”. Riguardo alle specie migratrici, ha poi concluso, “serve una legislazione europea, e non solo nazionale, dato che gli uccelli migrano attraverso più paesi e per questo è necessario un approccio di squadra”.
“Tutte queste campagne mirate a combattere i crimini contro la fauna selvatica non possono limitarsi a pensare di intervenire sulla caccia solamente vietandola, perché con questo non si risolve nulla”, ha dichiarato Filippo Segato, segretario generale della Federazione europea delle associazioni per la caccia e la conservazione (Face), che ha poi aggiunto: “L’importante è dare un valore alle risorse faunistiche, che sono poi risorse rinnovabili. Noi dobbiamo imparare ad osservare la questione in maniera distaccata, senza assumere un atteggiamento etico. Il nostro obiettivo, nella lotta al traffico illegale, al bracconaggio, è di inserire un uso sostenibile di queste risorse rinnovabili, accanto ovviamente a misure di protezione, di
conservazione e di gestione degli habitat”. La caccia, ha poi continuato Segato, “va condotta responsabilmente in maniera pianificata”, e riguardo agli uccelli migratori ad esempio “influisce in maniera minima sulla loro popolazione”, il cui declino sarebbe invece dovuto all’alterazione degli ecosistemi dovuta “alla diffusione delle colture intensive”. “Vogliamo salvare queste specie?”, conclude poi, “Interveniamo allora su un’agricoltura sostenibile invece di andare a limitare la caccia che non ha un impatto così violento su di esse”.
“In Africa si è giunti ad un livello di bracconaggio di elefanti e di rinoceronti senza precedenti”, ha spiegato Gaël de Rotalier, della direzione generale Ambiente della Commissione europea, che ha aggiunto come “esistano gruppi criminali organizzati che talvolta collaborano addirittura con gruppi di ribelli”. “L’Asia inoltre”, ha poi aggiunto, “ha una forte domanda di prodotti che derivano dall’abbattimento della fauna selvatica africana, perciò è necessario intervenire diplomaticamente affinché questa richiesta diminuisca”. De Rotalier ha sottolineato poi come sia indispensabile “affrontare la radice del problema, la povertà, la quale conduce quelle popolazioni, quando sono senza alternativa, a svolgere attività di bracconaggio per garantirsi il sostentamento”.