Bruxelles – La tassa sulle transazioni finanziarie non è più un miraggio. Al contrario, “se continuiamo con questa velocità penso che sia possibile avere un accordo entro l’anno”. Alla fine della riunione dell’Ecofin il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è ottimista. Sa che resta del lavoro da fare, ma sottolinea i progressi compiuti nella messa a punto della Ftt (dall’acronomico inglese Financial Transaction Tax, ma nota anche come Tobin Tax. “C’è forte convergenza” tra i Paesi interessati, e “si lavora per trovare le opzioni possibili”. Il cosidetto G11, l’insieme dei Paesi dell’Eurozona che lavorano al progetto di tassa Ftt (Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna) si è riunito ieri in occasione dell’ultimo Eurogruppo, e tornerà a riunirsi regolarmente. Lo stato dei lavori? “Sono stati fatti importanti progressi”, ammette Padoan. Da qui il suo ottimismo.
I criteri principali di attuazione della tassa restano due: l’emissione e la residenza. L’idea è di applicare il regime di imposizione fiscale nello stato membro in cui risiede l’ente finanziario coinvolto nella transazione, mentre le istituzioni finanziarie situate al di fuori dei Paesi che partecipano al regime fiscale sarebbero obbligate a pagare la tassa se hanno scambiato titoli emessi all’interno dell’Ue. Per ora si prevede un prelievo dello 0,1% sulle azioni (restano esclusi i titoli di Stato), e dello 0,01% sui derivati, ma “si ragiona sull’estensione della basa imponibile e si cerca di definire con chiarezza i derivati tassibili”, riconosce Padoan.
Il titolare dell’Economia è ottimista anche sulle raccomandazioni specifiche che la Commissione europea sta per pubblicare. “Mi aspetto che saranno in linea con quello che l’Italia sta già facendo”. A via XX settembre ci si attende in sostanza un riconoscimento – con plauso annesso – agli sforzi di riforma. “L’Europa sta uscendo alla recessione, e questo governo, approfittando di questa finestra, sta promuovendo strutturali per sostenere la crescita”. Quando al problema legato al risarcimento imposto dalla Consulta a quanti si sono visti bloccare l’aumento delle pensioni, il ministro dell’Economia assicura che “la soluzione arriverà a giorni”. Oggi Padoan incontrerà a Roma i tecnici del ministero dell’Economia e, soprattutto, il presidente del Consiglio.
Infine Padoan si sofferma sul Regno Unito e sul referendum che il Paese terrà sulla partecipazione all’Ue. “Sul fatto che il mercato interno sia un beneficia per tutti, Regno Unito compreso, c’è piena convergenza. Quindi mi aspetto che se ne terrà conto nel ragionamento” che i britannici saranno chiamati a fare.