Bruxelles – “C’è stato un grande malinteso a proposito dei negoziati sul Ttip. Nell’opinione pubblica si è diffusa l’idea che gli Stati uniti siano molto più potenti di noi, ma non è vero”. Si mostra convinto il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, nel parlare del trattato di libero scambio con gli Stati uniti, il Ttip. Lo fa intervenendo alla conferenza “Is Brussels the new Washington, D.C.? Lobbying transparency in the Eu” organizzata a Bruxelles dal mediatore europeo Emily O’Reilly. “Come Commissione non riusciamo a capire perché si sia generato questo malinteso”, ha continuato il braccio destro di Jean-Claude Juncker”, secondo cui “anche l’Europa ha una voce molto forte perché si tratta del più grande spazio commerciale al mondo”, e per questo “non ha senso pensare che gli americani decideranno tutto, perché non è così che si svolgono i negoziati”.
L’intervento di Timmermans è arrivato durante una conferenza sulla necessità di maggiore trasparenza in Europa, soprattutto nel rapporto fra le istituzioni e le lobby. “In principio, tutti a Bruxelles vorrebbero più trasparenza. I problemi arrivano quando la discussione entra nel merito – ha spiegato il vicepresidente – Noi, però, non dovremmo scoraggiarci per questo, anzi. Credo che l’introduzione del nuovo registro per la trasparenza (in vigore dal 1 gennaio 2015, sarà operativo dal 2016, ndr) sia un buon inizio in questo senso”.
Il dibattito, però, non poteva non toccare anche il tanto discusso trattato transatlantico. “Apprezzo ciò che fatto Cecilia Malmstrom (commissario europeo per il Commercio, ndr) per rendere i negoziati più trasparenti”, ha commentato il mediatore europeo, Emily O’Reilly, aggiungendo che “è importante che i cittadini possano capire di cosa si tratta”. Il problema però, per il mediatore, è “che a volte sono le istituzioni stesse a creare un clima di sospetto. Una delle prime cose che ho detto quando si è cominciato a parlare di Ttip è stato di pubblicare il mandato negoziale, ma per riuscire a farlo c’è voluto molto tempo. Quando queste cose non vengono fatte fin dall’inizio la gente si chiede perché e crede che ci sia qualcosa dietro”.
“Normalmente i negoziati commerciali non attraggono molto l’interesse del pubblico”, ha ribattuto Timmermans, “si pensa si tratti d’argomenti troppo tecnici. In questo caso invece è stato interessante vedere come in un numero limitato di Stati membri il Ttip abbia generato un grande dibattito pubblico”. Le lobby, ha continuato il vicepresidente, “si stanno muovendo su entrambi le sponde dell’Atlantico, ma credo che Maltrsom stia facendo grandi passi avanti dal punto di vista della trasparenza. L’unica cosa che possiamo fare come Commissione è comunicare chiaramente cos’è questo trattato e cosa non è”. E riguardo ai rapporti fra lobby e istituzioni, Timmermans rifiuta di prendere lezioni dagli Stati uniti. “Di certo non voglio introdurre il sistema americano qui – ha chiarito – Voglio più chiarezza, soprattutto sui finanziamenti, quindi preferisco stare lontano da quel modello. Il Ttip è un esempio che ben mostra il nostro impegno perché sulla trasparenza stiamo facendo molto di più noi che gli americani”.