Roma – Mentre l’Alto rappresentante per la Politica estera e di difesa dell’Ue, Federica Mogherini, è a New York per presentare la proposta europea per la lotta ai trafficanti di esseri umani, l’Italia prosegue il pressing sui partner europei per stimolare la condivisione dell’agenda per l’immigrazione che il presidente della Commissione Jean Claude Juncker presenterà mercoledì prossimo, soprattutto nella parte che affronterà la ripartizione dei rifugiati tra i 28 Stati membri.
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è recato in visita in Spagna, dove è stato ricevuto dal premier Mariano Rajoi e dal re Felipe VI. Il protocollo non prevedeva dichiarazioni alla stampa, ma da quanto è trapelato, il presidente della Repubblica ha registrato “ampia condivisione di vedute” con i vertici istituzionali iberici sul tema dell’Immigrazione e della soluzione della crisi libica. La posizione condivisa riguarda il rafforzamento delle missioni in mare come Triton, la disponibilità di tutti i Paesi membri a farsi carico dei rifugiati, e il sostegno all’iniziativa Onu perché si arrivi a un governo di unità nazionale in Libia.
Dello stesso tenore gli interventi del presidente del Senato, Pietro Grasso, e di quello della Camera, Laura Boldrini, intervenuti all’incontro tra i presidenti delle assemblee parlamentari dell’Unione per il Mediterraneo, in corso a Lisbona. Grasso si è soffermato sul punto più controverso, quello dell’accoglienza dei richiedenti asilo, che vede un blocco di stati membri – dalla Gran Bretagna ai paesi dell’Est europeo – riluttanti a impegnarsi. “Spetterà alla Commissione definire i contorni di un progetto pilota volontario in materia di reinsediamento” dei rifugiati, ricorda la seconda carica dello Stato, sottolineando però che questo è “il terreno su cui si misurerà davvero il senso di responsabilità di ciascun Paese”.
Anche Boldrini ha insistito sull’accoglienza. “Oggi – ha rimarcato – metà dei richiedenti asilo viene accolta da soli tre paesi: Germania, Svezia e Italia”. Per Boldrini si tratta di “una situazione che va riequilibrata”, per questo ha invitato i partner ad “adottare politiche comuni tra i ventotto Stati, superando il regolamento di Dublino” sul diritto di asilo, e stabilendo “quote di richiedenti asilo e rifugiati per ciascuno Stato dell’Unione”.