Bruxelles – Indicazioni geografiche tipiche non solo per i cibi ma anche per prodotti non agroalimentari. Lo chiede il Parlamento europeo che sta mettendo a punto una risoluzione per chiedere alla Commissione di intervenire e creare un regolamento europeo. La relatrice per l’Aula è l’eurodeputata del Pd Alessia Mosca, secondo cui “sarebbe un modo per valorizzare e proteggere le nostre eccellenze”.
Qual è l’obiettivo della risoluzione?
“L’idea è quella di estendere un meccanismo che funziona, quelle delle Igt, anche per prodotti che hanno una chiara indicazione geografica e che comportano competenze artigianali e un un know how legati a una certa regione. Sarebbe un modo per valorizzarli e proteggerli allo stesso tempo le nostre eccellenze. I vetri di murano o alcuni tipi di ceramiche inglesi per fare due esempi”
Esistono già questo tipo di indicazioni a livello nazionale?
“In Italia no, ma in altri 14 Stati membri sì. Il problema è che le regolamentazioni non sono armonizzate, per questo chiediamo alla Commissione di intervenire e rendere omogenea la normativa, sarebbe molto utile per evitare duplicazioni di oneri burocratici. Tra l’altro l’esecutivo comunitario ha già lanciato una consultazione in materia, segno che c’è interesse”
Tra i cibi le contraffazioni sono tante, ci sono problemi simili anche per i prodotti non agroalimentari?
“Il design brianzolo viene copiato in modo abbastanza frequente per citare un caso, ma è chiaro che se da un lato c’è la volontà di proteggere i prodotti dalla contraffazione l’idea non è solo in termini ‘difensivi’, ma diciamo così anche ‘offensivi’, perché potrebbe essere una maniera per valorizzare e offrire un riconoscimento di valore a livello internazionale a prodotti con alto valore artigianale, frutto della tradizione e di competenze specifiche. Sarebbe anche un modo per valorizzare le diversità culturali e di identità”.
Questi marchi dovrebbero essere applicati solo a piccole produzioni o anche a quelle industriali?
“Certo molti sarebbero per le piccole produzioni ma anche le grandi sarebbero incluse, così come gli Igt per l’agroalimentare sono previsti per prodotti confezionati a livello industriale, come i prosciutti”
L’argomento diventerebbe un oggetto di trattativa anche nei trattati di libero scambio, come quello con gli Usa, il Ttip
“Al momento l’Europa è impegnata in 17 negoziati bilaterali e quello degli Igt è uno dei temi di grande discussione. Avere una normativa che renda armonico e omogeneo il meccanismo renderebbe la nostra posizione anche più forte”.
Ma esistono già in altri Paesi del mondo questo tipo di riconoscimenti?
“Certo, anche con uno dei partner con cui stiamo discutendo. In india ci sono indicazioni geografiche su incensi, sete e altri oggetti. Loro sarebbero molto interessati a un mutuo riconoscimento e quindi potrebbe essere un elemento da mettere sul tavolo delle trattative”.