Bruxelles – Un forte appello alla parità di genere è stato mosso in vista della nomina dei nuovi membri del Cese, il Comitato economico e sociale europeo, che avverrà quest’anno per un mandato che ne durerà cinque, all’indirizzo del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. A promuovere l’iniziativa “50/50” è l’imprenditrice Madi Sharma, membro dell’Employers Group del Regno Unito nel Cese.
L’accusa mossa a Juncker è di aver nominato lo scorso ottobre solo nove donne su ventotto commissari, “un duro colpo al concetto stesso di governo democratico e agli ideali sull’uguaglianza di genere nell’Ue”, ha detto Sharma, secondo cui dunque il presidente sarebbe stato “un fallimento per almeno il 51% degli europei, rappresentato dalle donne”.
“La colpa non è solo della Commissione europea”, ha dichiarato l’imprenditrice, “ma di ogni istituzione Ue complice della stessa ingiustizia”. Sharma lascia tuttavia uno spiraglio a Juncker: “Ha una seconda possibilità, e se vuole trattare con serietà la rappresentanza equilibrata tra donne e uomini nei processi decisionali” deve “correggere lo squilibrio in almeno un’istituzione dell’Unione”, vale a dire il Cese. “Questo sarebbe un segnale forte dall’Europa”, ha poi concluso, “che consentirebbe al presidente della Commissione e al Consiglio dell’Unione europea di andare oltre le parole e di dimostrare l’impegno per l’uguaglianza di genere”.