colonna sonora: Timothy Blake – Heat Crime
Kate senti ma che ne dici se facciamo giocare Charlotte Elizabeth Diana col mio Vasco? Non sia mai che si piacciono e così già l’avrei sistemato che manco c’ha due mesi… Se vuoi posso chiamarlo Vasco Bombolo Marcaurelio così suona un po’ più nobile. Ma dimmi, la tua piange tanto? La notte vi fa dormire? Vedrai che sono le colichette, che magari ciuccia con foga (la allatti si?) ingurgita aria e poi è piena di gas. Devi farle fare il ruttino e i massaggini sulla pancia per le scureggette. Occhio che ogni tanto schizza pure un po’ di cacchetta e se ti si macchia un vestito a te, costa quanto rifa’ i mobili de casa mia… E poi cantale “Londra nun fa la stupida stasera”, vedrai che le piace. Ora ti saluto e torno a parlare con le persone normali. Ciao, a presto, saluta la bisnonna.
C’è un momento, quando sei ancora giovane, in cui pensi di essere al centro del mondo. Poi capisci che sei solo un ragazzino brufoloso pippe-addicted in un mondo di persone che credono di essere al centro del mondo e allora cominci a crescere e a diventare più forte perché vuoi davvero essere al centro del mondo, almeno del tuo, e sgomiti per trovare la tua posizione in questo grande centro – che manco quello di Casini – e un giorno ti svegli sentendoti non dico proprio al centro del mondo ma comunque neanche sul perimetro: sai chi sei, sai cosa vuoi anche se non sai come ottenerlo (eh si che da giovane ascoltavi i Sex Pistols che dicevano il contrario, ma all’epoca ti drogavi quindi non conta), sei in forma sbagliante, hai accettato i tuoi difetti ed ora ti vedi bello anche con il riporto che parte dall’ano, sei caduto tante di quelle volte da aver imparato che finché non finisci sotto un tram comunque poi ti rialzi, non hai più paura del buio o del vuoto o del cane dei vicini e se apri il palmo della mano vedi che la tua vita è proprio lì dentro, sotto il tuo controllo, e che in qualche modo puoi avere quello che vuoi, accontentando sia te che i Sex Pistols.
È in quel momento che, preso dal delirio di onnipotenza, fai un figlio, pensando che manca solo lo Spirito Santo.
Da questo punto di non ritorno (il coitus non interruptus et galeottus) in poi ci saranno una serie di cose che sarai costretto ad accettare, sulle quali non avevi minimamente riflettuto distratto dall’egocentrismo, dall’istinto riproduttivo e dall’amore sudato, ma questa rubrica è qui per questo.
In ordine di apparizione:
– La madre di tu@ figli@ subirà dei grossi cambiamenti fisici e psichici che tu non potrai mai capire (a parte gioire delle misure di reggiseno in più) quindi non ti spaventare, dille sempre che è bellissima e stalle vicino: non è più lei, sono loro.
– È inutile avere una preferenza sul sesso di tu@ figli@ perché tanto non si può scegliere e l’unico modo è farne altri fino al raggiungimento di quello desiderato (ma la tua compagna deve essere d’accordo).
– Anche se sei impressionabile e non sopporti il sangue, le urla, gli odori forti, i pezzi di viscere che schizzano sui muri, le scene pulp splatter… assistere al parto è un’esperienza unica che non puoi mancare, fidati.
– Quando tu@ figli@ farà capolino nella nostra dimensione perderai brevemente il controllo delle emozioni, tipo con una boccata di Salvia Divinorum, e quando “tornerai” l’asse del centro del tuo mondo sarà leggermente spostato (vedi più giù).
– Se è maschio ti innamorerai di un essere umano del tuo stesso sesso, ma stavolta manco Giovanardi avrà niente da ridire.
– Dovrai spiegare a tu@ figli@ che esiste Giovanardi e gente come lui e che sono considerati persone normali.
– I neonati piangono e urlano.
– Tu@ figli@ appena nato@ sarà bellissim@ solo per te e per la madre: tutti gli altri mentiranno. I più sinceri qualche mese dopo vi diranno “adesso è molto carino: appena nato sembrava Pippo Franco dopo aver messo la faccia nel frullatore”. Se ragioni a mente lucida e ripensi a TUTTI i bambini appena nati che hai visto in vita tua ti renderai conto che sembrano ragnetti o alienini, nonostante quello che dicevano gli occhi innamorati dei neogenitori, quindi capisci bene che le probabilità che PROPRIO il tuo sia l’unico bello sono pari a quelle del successo dell’esportazione della democrazia bombardando i paesi (ovviamente questo discorso NON vale per il mio che è l’eccezione che conferma la regola).
– I neonati hanno un ciclo del sonno completamente diverso dal nostro.
– Nei primi giorni di vita, dal suo culetto santo uscirà il “meconio”, una sostanza di colore e forma incredibili di cui secondo me andrebbero studiati i possibili effetti stupefacenti (se conoscete dei ricercatori mandategli il link a questa pagina).
– I neonati sembrano privi di logica ma in realtà siamo noi che siamo troppo contaminati dall’orrido mondo esterno per comprenderla.
– La madre di tu@ figli@ avrà passato un periodo di cambiamenti, dolore e stanchezza che non potrai mai capire (a parte gioire delle misure di reggiseno in più) quindi stalle vicino, dille sempre che è bellissima e abbi pazienza: è tornata lei ma ora c’è anche un@ in più.
– I neonati creano dipendenza (sono a Londra, al quinto giorno di distanza da mio figlio e come palliativo sto cullando un gigantesco topo trovato sotto il letto).
– tu@ figli@ può non farti dormire, farti cacca e pipì addosso, vomitarti sulla spalla, strillarti nel timpano, aggrapparsi ai peli del petto, buttarti gli occhiali per terra… insomma può abusare di te quanto vuole e tu ne sarai felice e commosso, pur vedendo razionalmente l’insensatezza di questa reazione.
– il torpore cerebrale lisergico della prima settimana finisce e ti accorgerai che il centro del mondo che pensavi fosse tuo si è spostato completamente sull’asse terrestre da te a lui, secondo il principio noto in geografia astronomica come “l’ultima ruota del Piccolo Carro”. I tuoi stessi genitori chiederanno come stai solo dopo essersi accertati delle condizioni di figli@, eventuali altri figli, compagna, genitori della compagna, cane, gatto, criceto dei vicini.
– (a proposito di criceti, il gigantesco topo nel frattempo si è addormentato)
– il tuo essere figlio diventa essere padre e l’essere padre di tuo padre diventa essere nonno, mentre il non essere diventa essere figlio, scatenando tutta questa menata filosofica e grossa destabilizzazione paicologica che comunque non avrai il tempo di metabolizzare perché sei impegnato nell’accettazione e affrontazione dei punti sovrastanti.
– (se non ti viene una parola non puoi creare orrendi neologismi, a meno che tu non abbia il tesserino da giornalista)
– I nonni impazziscono: tutto quello che ti hanno insegnato a forza di cinghiate sulla schiena sparisce e i due ex agenti della Gestapo si trasformano in Fatina dei Dolcetti e Folletto dei Regalini, che per arginarli – e dare a tuo figlio l’educazione siberiana che merita – devi risvegliare l’occhio di Sauron.
Ma adesso capisci anche il perché di tutta questa follia: un neonato è la cosa più tenera e disarmante che esista al mondo. Quindi ok l’amore incondizionato per i figli, ma un uomo coi baffi o una donna col mollettone non danno le stesse emozioni di tenere in braccio un micro individuo totalmente dipendente da te che ti guarda cercando di capire dov’è, chi è e chi sei tu, dicendoti “gu”.
L’essere umano non fa figli per riprodursi, lo sa anche lui che non se lo merita, lo fa solo per poter godere qualche tempo di un bambino. Poi appena questo sviluppa e cambia voce, l’adulto comincia a spingerlo a sposarsi e farne altri.
Siamo tutti coscienti che se restassimo bambini l’umanità sarebbe una cosa meravigliosa.