Bruxelles – Dare ad azionisti e lavoratori il potere di votare sulla remunerazione degli amministratori delle aziende, in modo da garantire trasparenza e legare il loro stipendio più strettamente alle prestazioni. È quanto chiede una proposta di direttiva approvata dalla commissione giuridica del Parlamento europeo. Secondo la bozza del testo inoltre le grandi aziende dovrebbero essere tenute a comunicare, Paese per Paese, le informazioni su decisioni fiscali, imposte pagate e sovvenzioni pubbliche ricevute.
“È necessario garantire una maggiore trasparenza nelle attività delle società europee”, ha dichiarato il relatore del testo, Sergio Cofferati (S&D), secondo cui la relazione “contiene importanti misure per rafforzare la trasparenza per quanto riguarda le politiche di fidanzamento di investitori istituzionali e gestori patrimoniali, la remunerazione degli amministratori delle società quotate e la strategia fiscale delle grandi imprese”.
Secondo il testo chiede di consentire agli azionisti di votare almeno ogni tre anni, in materia di politica di remunerazione degli amministratori, nonché di indicare criteri chiari per l’assegnazione di compensi fissi e variabili, compresi tutti i bonus e benefici, così come i principali termini contrattuali, inclusi i dettagli di previdenza complementare o i regimi di prepensionamento. Eliminata invece la richiesta di tetti ai guadagni.
Secondo la proposta di direttiva “grandi imprese ed enti di interesse pubblico” devono pubblicare informazioni, Paese per Paese, su profitti e perdite prima delle imposte, sulle imposte sul risultato economico, e sulle sovvenzioni pubbliche ricevute. Le aziende con più di 500 dipendenti e un totale di bilancio di 86milioni o un fatturato netto di 100 milioni dovrebbero anche fornire informazioni sulle decisioni fiscali anticipate, i tax rulings. “È evidente che questa proposta, specie dopo il caso LuxLeaks, è una grande opportunità (in attesa di poter arrivare ad un reale coordinamento delle politiche fiscali europee) per smascherare e quindi ostacolare le diffuse pratiche di evasione ed elusione fiscale da parte delle multinazionali”, afferma ancora Cofferati.
Adesso inizieranno le trattative tra Parlamento e Consiglio per la stesura del testo defiitivo.