Bruxelles – La crescita verde del settore trasporti è una sfida nella sfida, perchè la sostenibilità non è sempre tutta uguale e nel comparto le diverse modalità di spostamento impongono scelte diversificate, non tutte flessibili. Per cui mentre alcuni operatori hanno più libertà d’azione, altri si ritrovano davanti a scelte obbligate. E’ il caso dell’aviazione, dove “possiamo solo puntare a biocarburanti sostenibili, dato che per noi usare altre fonti non sarebbe possibile”, rileva la responsabile Strategia ambientale di Boeing, Julie Felgar, intervenendo all’evento “How to Foster Green Growth?” organizzato a Bruxelles da Eunews. Quando si guarda al trasporto aereo ci sono diversi fattori che possono contribuire ad un abbattimento delle emissioni e ad un riduzione dell’impronta ecologica: nuovi materiali più leggeri, una diversa aerodinamica, motori più moderni ed efficienti a consumi ridotti. Ma quando si pensa al combustibile degli aeromobili, non ci sono alternative.
Boeing sta investendo molto in ricerca e sviluppo, in ogni parte del mondo, perchè il nuovo propellente “va prodotto in loco altrimenti si aumentano le emissioni” per portarlo da un punto all’altro, e tutto viene vanificato. La compagnia sta sviluppando sistemi basati sulla coltivazione di colture resistenti all’acqua salata, e puntando su pratiche quali il riciclo dell’olio di riso. Essere sostenibili sempre a fronte di una domanda di mobilità crescente. “Il settore aereo cresce del 2% in più rispetto al Pil mondiale”, rileva Felgar. Per avere un’idea, basti pensare che a fine 2013 il 50% dei voli mondiali riguardava scali europei e del nord America. Nel 2033 questa percentuale si ridurrà al 38% non per una flessione della domanda verso le stesse destinazioni, ma per un aumento dei voli verso il resto del mondo. Tra vent’anni un quarto del traffico aereo mondiale (25%) sarà da e verso la Cina. Essere sostenibili è dunque un qualcosa di ineludibile, ecco perchè Boeing guarda con attenzione anche al diesel verde per l’aviazione. “Può significare una riduzione dal 50% a 90% delle emissioni a seconda delle miscela. Qui – scommette Felgar – si gioca una partita importante”.
Attenzione, però. “La carta dei biocarburanti non funzionerà al 100% a 360 gradi”, avverte Francesca Romana Medda, del London University College. Quanto al trasporto su strada, poi, “per le auto elettriche la rivoluzione non è dietro l’angolo, e quindi si vanno ricercate soluzioni flessibili”. Non è un mistero. Nel settore trasporti qualcosa si muove, ma manca ancora una filiera strutturata. Una domanda e un’offerta si stanno formando, ma mancano ancora entrambe. “Si può arrivre a un sistema pià sostenibile e più pulito”, a patto però che “venga valutata l’energia da molti punti di vista”. E’ possibile per il trasporto su strada come per quello marittimo (e quindi fluviale). Da un punto di vista pratioco “oggi dobbiamo concentrarci su un sistema ibrido per poi giungere, passo dopo passo, ad una soluzione definitiva”. La ricetta in salsa verde di Medda è qui. Si tratta di “pensare in modo più ampio per ogni settore, e non per forza usare un solo carburante”. Soprattutto nell’immediato “una miscela di carburanti potrebbe anche fare la fortuna” del trasporto in chiave sostenibile.