Bruxelles – Certo per i commercianti sono un ostacolo in più, ma chi accusa le sanzioni europee contro la Russia di tutti i mali dell’export italiano, dice cosa non vera. Ad assicurarlo è il premier italiano, Matteo Renzi, che incontrando la comunità finanziaria nella sede della Borsa di Milano, tiene a ridimensionare la portata dell’impatto che le misure restrittive imposte da Bruxelles nei confronti di Mosca per la crisi ucraina stanno avendo sul commercio del nostro Paese. “Con la Russia abbiamo un interscambio di circa 25 miliardi: 16 siamo noi che acquistiamo e 9 noi che vendiamo”, fa i conti il premier. Di questi, continua, “le sanzioni hanno colpito una parte non particolarmente rilevante, hanno messo in difficoltà alcuni distretti, ma sono una piccola parte rispetto agli spazi di export”. Tradotto in cifre: “Sono coinvolti 160 milioni su 9 miliardi”, assicura Renzi. Dunque “occhio a dare la colpa alle sanzioni: la crisi su molte aziende deriva dal crollo del petrolio”.
Secondo il presidente del Consiglio, insomma, il peso che si sta dando alle sanzioni vada ridimensionato, anche perché “le questioni geopolitiche non devono essere affrontate sulla base solo degli interessi economici. Certo bisogna tenerne conto, ma chi dice ‘dovete a tutti i costi le sanzioni alla Russia perché altrimenti le aziende vanno in crisi’ vi dice una cosa che non è vera”, assicura Renzi. Le difficoltà che stanno attraversando molte aziende non derivano quindi dalle sanzioni da cui, ricorda il premier, “ad esempio il fashion è fuori”, ma piuttosto dal “crollo del petrolio in Russia che ha cambiato le regole del gioco in quel Paese”. Quindi, “se avete il -25% in Russia, occhio a dare la colpa alle sanzioni”, avvisa i commercianti il premier.
Piuttosto che concentrarsi sull’impatto delle sanzioni, suggerisce Renzi, “il punto politico è capire se l’Europa nei confronti della Russia sceglie una strategia oppure un’altra”. Discussione su cui si sta concentrando il confronto “con gli altri Paesi europei e con grande franchezza con il presidente americano e con tutti i partner del G20”. Nel dibattito internazionale, però, manca “un ragionamento un po’ meno legato allo spot immediato e un po’ più di strategia”. Secondo il punto di vista di Renzi “è evidente che la Russia deve rispettare l’Ucraina, ma è altrettanto evidente che non possiamo costruire l’Europa in una situazione di scontro con il nostro principale vicino come ai tempi della Guerra Fredda”.