Bruxelles – A fatica e lentamente, ma la disoccupazione in Europa diminuisce. Poco per accorgersene guardano gli indici percentuali, ma le cifre dell’Eurostat mostrano una tendenza ormai costante negli ultimi quattro mesi. A dicembre 2014 il tasso di senza lavoro nell’Ue era del 9,9%, poi da inizio 2015 il dato è rimasto stabile al 9,8%. Però dai 24 milioni di disoccupati di fine 2014 si è passati ai 23,9 milioni di gennaio, ai 23,8 milioni di febbraio e adesso ai 23,7 milioni di marzo. A marzo sono per l’esatezza 23.748.000 i disoccupati in tutta l’Ue, secondo l’Eurostat. Di questi, 18.105.000 si trovano nell’area Euro. In totale da febbraio a marzo nell’Ue ci sono 75mila lavoratori in più, quasi la metà dei quali (32mila) in Eurozona. Più a medio termine, da dicembre a oggi ci sono 317mila disoccupati in meno in tutta l’Ue e 63mila in meno in Eurozona.
L’istituto europeo di statistica evidenza un dato che non farà piacere a Matteo Renzi: in Italia la disoccupazione aumenta ancora, con il nostro Paese che si ritrova così l’unico dei principali membri di Eurolandia in controtendenza. In Germania a marzo si contano 15mila disoccupati in meno (tasso al 4,7%), in Francia sono in mille ad essere usciti dalla disoccupazione (10,6%), in Spagna sono addirittura 62mila quelli che hanno trovato lavoro. In Italia a marzo i senza lavoro sono 3.302.000 rispetto ai 3.250.000 di febbraio (+52mila).
Piccola buone notizie anche sul fronte della disoccupazione giovanile. A marzo gli under 25 senza lavoro nell’Ue sono 4.804.000, 11mila in meno rispetto a febbraio. Solo in Italia, però, se ne contano 8.000 in più (+0,3%). Negativo anche il saldo di Austria (+7.000 giovani disoccupati), Danimarca (+4.000), Bulgaria (+1.000) e Repubblica Ceca (+1.000).
Renato Giannetti