Bruxelles – La decisione dell’Ue di chiedere all’Italia di abbattere gli alberi nel raggio di cento metri solo in caso di nuovi focolai d’infezione del batterio Xylella ma di evitare la “desertificazione” nel leccese non accontenta la Coldiretti che criticando aspramente la proposta afferma di non essere per nulla “disposta a sacrificare alcun albero sano”. Accanto a quest’opera di sradicamento degli ulivi pugliesi l’esecutivo comunitario ha disposto anche che sia realizzata una zona di contenimento del batterio nella provincia di Lecce, una misura considerata “ambigua e poco chiara” dall’eurodeputata Rosa D’Amato, del Movimento Cinque Stelle.
“Deve passare il metodo di testare le piante circostanti, non possiamo accettare la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte quelle ospiti nel raggio di cento metri a prescindere dal loro stato di salute”, ha dichiarato Coldiretti, secondo cui questo “oltre ad essere inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio olivicolo con esemplari monumentali introvabili nel mondo è improponibile anche sul fronte dei costi economici e della tensione sociale”.
“Non possiamo accettare nel modo più assoluto che venga violato il nostro territorio e ci aspettiamo che la Commissione europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure”, ha affermato chiaramente Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia, il cui direttore Angelo Corsetti ha poi aggiunto: “È un provvedimento che evidentemente non è stato condiviso ma che è stato calato dall’alto, il quale non tiene conto dell’impossibilità oggettiva di alcuni provvedimenti e delle ricadute sugli olivicoltori.”
“Sulle misure di contenimento da adottare non si dice nulla di specifico e soprattutto si continua ad accostare il ceppo della Xylella che ha colpito gli ulivi a quelli delle viti e degli agrumi senza che vi sia ancora una prova scientifica a riguardo”, ha affermato D’Amato, secondo cui il testo comunicato da Bruxelles non tiene conto di ciò che propongono “esperti e organizzazioni del settore di tutta Europa”, ovvero “la promozione delle buone pratiche per contenere la diffusione del batterio e la ricerca su cause ed eventuali cure contro il disseccamento”.