Strasburgo – L’approccio europeo all’immigrazione deve passare attraverso un sistema di “quote vincolanti” per la ripartizione dei richiedenti asilo tra tutti i Paesi dell’Ue. A chiederlo è il Parlamento europeo che oggi ha votato a larghissima maggioranza, 449 si, 130 voti contrari e 93 astenuti, una risoluzione congiunta non vincolante sostenuta da Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi. Il testo si spinge molto oltre agli impegni concordati dagli Stati nel corso del vertice straordinario della settimana scorsa sull’immigrazione. Per l’Aula servono “solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità”. I Paesi dovrebbero anche “fornire un maggiore contributo ai programmi di reinsediamento esistenti” e “le regole del sistema europeo di asilo – chiede ancora la risoluzione comune – devono essere rapidamente e integralmente recepite nel diritto nazionale e attuate da tutti gli Stati membri partecipanti”. Secondo gli eurodeputati, poi, “gli Stati membri dovrebbero utilizzare appieno le possibilità esistenti per il rilascio dei visti umanitari e prendere in seria considerazione la possibilità di mettere in atto “un meccanismo di solidarietà in caso di afflusso massiccio e improvviso di sfollati”.
Il Parlamento europeo chiede uno sforzo in più anche sulle operazioni in mare: deve essere messa a punto, chiede l’Aula, “un’operazione umanitaria europea di ricerca, solida e permanente, che, come Mare Nostrum, sia operativa in alto mare e alla quale contribuiscano tutti gli Stati membri sia con risorse finanziarie che con attrezzature e mezzi”. Così com’è insomma Triton non va: bisogna “definirne un mandato chiaro in modo da ampliare l’ambito di intervento” ma anche il mandato, per arrivare a includere “operazioni di ricerca e salvataggio a livello europeo”. L’Aula chiede ancora che gli Stati si impegnino a “fornire le risorse necessarie a garantire che gli obblighi di ricerca e soccorso siano di fatto rispettati”, incluso un aumento di fondi per Frontex e l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo.
La risoluzione chiede anche che gli Stati membri si impegnino di più nell’affrontare le cause all’origine della migrazione e che amplino la cooperazione con i paesi partner in Medio Oriente e in Africa. Per combattere gli scafisti servono invece “sanzioni penali il più possibile severe contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti” e una collaborazione più stretta tra gli Stati e con le agenzie Ue per “individuare e tracciare il finanziamento delle reti criminali e identificare il loro modus operandi, per impedire loro di arricchirsi mettendo a repentaglio la vita dei migranti”.
La risoluzione “contiene una serie di passi concreti che ci aspettiamo con urgenza dalla Commissione, dal Consiglio e dagli Stati membri”, ha chiarito il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, secondo cui “gli impegni presi nel corso del Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione sono un primo passo ma sono di gran lunga non sufficienti”. Con questa risoluzione, l’Aula “mostra di essere molto più avanti rispetto all’egoismo di alcuni governi europei”, sottolinea il leader del gruppo socialista, Gianni Pittella, mentre secondo la popolare, Elisabetta Gardini ora “ogni Paese deve fare la sua parte, non ci si può più nascondere e lasciare tutto il peso sulle spalle di uno o due Paesi”. Un chiaro messaggio ai governi è stato inviato anche secondo i Verdi, che hanno sottoscritto con Ppe, socialisti e liberali la proposta di risoluzione: “Dare semplicemente più soldi, navi e risorse a Triton – fa notare Judith Sargentini – chiaramente non è sufficiente”.