Strasburgo – Entro la fine del 2025 gli Stati membri dovranno fare in modo di ridurre drasticamente l’uso dei sacchetti di plastica leggera, i meno riutilizzabili e quindi i più dannosi per l’ambiente. Il Parlamento europeo in seduta Plenaria ha dato il via libera all’accordo raggiunto a novembre con il Consiglio che prevede obiettivi vincolanti di riduzione per i sacchetti più sottili di 50 micron. Gli Stati membri potranno scegliere tra due obblighi. Si può optare per l’adozione di misure che garantiscano un livello di consumo annuo di buste di plastica in materiale leggero non superiore, in media, a 90 per persona entro la fine del 2019 e non oltre 40 borse entro il 2025. Oppure, in alternativa, garantire che entro la fine del 2018, le borse di plastica non siano più fornite gratuitamente nei punti vendita di merci o prodotti, salvo che siano attuati altri strumenti di pari efficacia.
Secondo il testo, inoltre, la Commissione dovrà valutare e proporre misure adeguate per l’impatto ambientale delle materie plastiche biodegradabili che si frammentano in piccole particelle e presentare una relazione al Parlamento e al Consiglio che comprenda eventualmente anche un insieme di misure volte a limitarne il consumo o a ridurne eventuali impatti nocivi entro 24 mesi dall’entrata in vigore. Non solo, l’esecutivo Ue sarà anche tenuto a proporre l’etichettatura e la marcatura, per un riconoscimento a livello europeo, dei sacchetti di plastica biodegradabili e compostabili. Un modo, secondo il Parlamento, di evitare messaggi ingannevoli da parte di chi commercializza questi sacchetti come una soluzione all’inquinamento da immondizia mentre in realtà aggravano il problema poiché causano inquinamento ambientale da microplastiche. L’accorgimento può anche contribuire a facilitare la raccolta differenziata di rifiuti organici grazie a borse di plastica veramente biodegradabili e compostabili.
“Questa legislazione creerà una vera e propria situazione favorevole per tutti”, ha commentato il risultato del voto la Verde Margrete Auken, relatrice per il provvedimento. “Stiamo parlando di un problema ambientale immenso”, aggiunge, visto che “miliardi di sacchetti di plastica finiscono direttamente in natura come rifiuti non trattati e danneggiano la natura, i pesci, gli uccelli”. Soddisfatti anche gli altri gruppi che hanno sostenuto a grande maggioranza la proposta.
Ora l’accordo deve ottenere l’ultimo via libera del Consiglio per poi entrare in vigore a distanza di venti giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue e quindi probabilmente già entro l’estate. A quel punto gli Stati membri avranno 18 mesi di tempo per recepire la legislazione europea in quella nazionale.