Bruxelles – Lo scontro tra la Russia e l’Ue per la questione Ucraina sta forzando la trasformazione la trasformazione di Gazprom. Il colosso del gas russo sta avendo diversi problemi con la Commissione europea sia sul suo presunto abuso di posizione dominante sul mercato sia appunto per le crescenti tensioni politiche ad est e questo sta costringendo l’azienda a fare alcune modifiche alla sua tradizione strategia ispirata politicamente. Secondo uno studio di Marco Giuli, del think tank European Policy Center, pur essendo sempre condizionata dall’agenda politica del Cremlino, Gazprom sta avendo sempre più comportamenti di mercato, un fatto di cui si può e si deve avvantaggiare anche l’Unione europea.
Ad esempio l’azienda lo scorso anno è stata costretta a stringere accordi con la Cina, cosa che dai tempi della caduta dell’Unione sovietica era recalcitrante a fare, e secondo lo studio “è stata costretta ad accettare un contratto piuttosto oneroso in termini di prezzo”, vista l’urgenza della nuova espansione dovuta alle frazioni in corso con Bruxelles e i Paesi membri. Lo stesso vale per il progetto del Turkish stream, il condotto che arriverà in Europa passando dalla Tuchia e che sostituirà il progetto del South Stream, abbandonato sempre a causa della crisi con l’Ucraina. “La cancellazione del South Stream ha messo la Turchia – che coltivava l’ambizione di diventare un hub per il commercio di gas nel lungo periodo – in una forte posizione contrattuale che ha permesso ad Ankara di ottenere sconti sul gas del 6/10%”, spiega Giuli. Altro fattori di pressione verso il colosso russo sono state la diffusione del gas di scisto statunitense e del Gas naturale liquefatto che stanno aumentando la concorrenza a livello mondiale. Questo non vuol dire che in Gazprom le scelte di tipo politico sono sparite, ma che almeno “sono diventate più realistiche in termini commerciali”.
E l’Europa ha tutto da guadagnare da questa nuova situazione e dovrebbe puntare all’obiettivo di “aumentare la concorrenza”, perché ormai Gazprom “ha accettato (o e stata costretta) a confrontarsi” su questo Piano. Bruxelles insomma non deve fare l’errore opposto di politicizzare troppo le proprie scelte.
La nuova strategia di Gazprom, conclude lo studio “dovrebbe essere vista come un’opportunità per normalizzare le relazioni energetiche Ue-Russia, per il beneficio di tutti”, e l’unione energetica dell’Europa “dovrebbe concentrarsi sulle giuste priorità per non perdere”, questa opportunità avendo “la giusta guida politica, sia internamente che esternamente”.