Strasburgo – Ancora non si parla di un intelligence europeo, da tante parti invocato come un passo fondamentale per rispondere a una minaccia terroristica che riguarda tutta l’Europa. Ora però la Commissione europea si impegna nella “creazione di un centro europeo antiterrorismo” che aiuterà Europol a “intensificare il sostegno alle autorità di contrasto nazionali per le attività di lotta ai foreign fighters, al finanziamento del terrorismo, ai contenuti online di estremismo violento e al traffico illecito di armi da fuoco”. È questo uno dei punti fondamentali dell’agenda europea sulla sicurezza per il periodo 2015-2020 presentata oggi dall’esecutivo Ue per “aiutare gli Stati membri a cooperare contro le minacce alla sicurezza e per potenziare gli sforzi comuni di lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e alla criminalità informatica”.
“Ancora oggi c’è qualche mancanza di fiducia e reticenze nella collaborazione sul fronte della sicurezza”, ammette il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans secondo cui però “adesso c’è una volontà degli Stati membri di fare meglio perché tutti hanno visto che i terroristi possono operare nello spazio europeo aperto e senza frontiere”.
La Commissione indica tre obiettivi principali per la sua azione: la prevenzione del terrorismo e lotta alla radicalizzazione, la lotta alla criminalità organizzata e quella alla criminalità informatica. Per raggiungerli vengono identificate anche azioni concrete. Oltre all’istituzione del centro europeo antiterrorismo, si è immaginata la creazione di un centro di eccellenza per raccogliere e diffondere le competenze in materia di lotta alla radicalizzazione, basato sulla rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione, già esistente dal 2011. Scopo del centro è lo scambio di esperienze tra i professionisti direttamente coinvolti nella prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento a livello locale.
La strategia della Commissione Ue si ripromette poi di intensificare la cooperazione con i Paesi terzi, rafforzare la collaborazione tra Europol e le unità nazionali di informazione finanziaria così da cercare di “tagliare i finanziamenti” ai criminali, rafforzare la lotta al traffico illegale di armi da fuoco, rafforzare gli strumenti di lotta alla criminalità informatica e creare un forum europeo con le principali società informatiche per combattere la propaganda terroristica su internet e sui media sociali.
“La Commissione assume un ruolo di guida, presentando un’agenda dell’Ue sulla sicurezza che si concentra sui settori in cui l’Unione europea è davvero in grado di fare la differenza”, spiega il commissario Ue per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos secondo cui “l’agenda non è solo una risposta ai tragici fatti recenti, bensì il rinnovamento della nostra strategia di sicurezza comune in un nuovo contesto politico e giuridico in cui siamo tutti d’accordo sulla necessità di fidarci l’uno dell’altro, coordinarci in modo efficace e scambiare informazioni per affrontare minacce in costante evoluzione”.
Ma la nuova agenda europea per la sicurezza viene accolta con poco entusiasmo dal Parlamento europeo. “Il focus della Commissione sulla raccolta di massa di dati è deludente e mancano proposte significative per migliorare la cooperazione tra le autorità nazionali”, criticano i Verdi. Le proposte della Commissione “non vanno abbastanza in là e non sono innovative”, si dicono delusi anche i socialisti che si dicono anche timorosi che “le misure di sicurezza prevalgano sui diritti fondamentali”.“La proposta di espandere il ruolo di Europol è di un certo interesse”, concedono almeno i liberali, ma “la Commissione deve chiarire urgentemente come sarà assicurata una supervisione democratica”.