Bruxelles – Tre tipi di mais, cinque tipi di soia, due di colza, sette di cotone e 2 varietà di garofani. Sono questi gli organismi, tutti geneticamente modificati, di cui la Commissione europea ha dato oggi il via libera, autorizzandone l’uso nell’alimentazione umana (anche se di fatto nessun ogm viene utilizzato nell’alimentazione diretta dell’uomo in Europa) e animale. Si tratta in realtà di dieci nuove autorizzazioni, sette rinnovi e due permessi di importare fiori recisi geneticamente modificati non destinati all’alimentazione né umana né animale. L’autorizzazione è valida dieci anni e tutti i prodotti derivati da questi Ogm saranno sottoposti alle regole di tracciabilità e di etichettatura. Le autorizzazioni concesse non permettono comunque la coltivazione sul territorio europeo.
Tutti gli Ogm approvati sono stati oggetto di una procedura di autorizzazione completa, compresa una valutazione scientifica condotta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha dato risultati positivi. I nuovi Ogm per uso alimentare o per mangimi si aggiungono ai 58 già autorizzati tra cui mais, cotone, colza e barbabietola da zucchero.
Le decisioni su queste autorizzazioni erano state sottoposte al voto degli Stati membri, che non erano però riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria per una decisione favorevole o contraria. La palla è quindi passata all’esecutivo Ue, che ha provveduto al via libera, che arriva a pochi giorni dalla proposta legislativa per lasciare agli Stati membri la possibilità di vietare sul proprio territorio anche cibi e mangimi contenenti Ogm.
La commissione europea “spalanca le porte dell’Europa a una nuova ondata di Ogm solo per compiacere le aziende biotech statunitensi”, si infuria Greenpeace secondo cui “questo è un esempio di Ttip in azione”. Secondo gli ambientalisti “queste autorizzazioni confermano che Juncker non ha alcuna intenzione di avvicinare l’Unione Europea ai suoi cittadini, ma vuole solamente agevolare gli interessi di Stati Uniti e Monsanto”. Sulle barricate anche i Verdi al Parlamento europeo, che si definiscono “scandalizzati” dalla decisione di Juncker che in questo modo “si piega alle lobby delle imprese transgeniche e si prende gioco dei consumatori europei che dall’inizio si sono opposti” agli organismi geneticamente modificati.