Bruxelles – Dopo i negoziati avvenuti a Losanna sul nucleare in Iran i colloqui sono ripartiti a Vienna. Lo scopo delle trattative è quello di indurre l’Iran a sospendere le attività di arricchimento dell’uranio permettendo l’ingresso nel paese degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in cambio della cancellazione delle sanzioni internazionali. Le potenze del 5+1, composto da Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti più Germania, e il loro interlocutore mediorientale dovranno rispettare la data limite del 30 giugno per il raggiungimento di un accordo definitivo.
I punti su cui verte la questione sono molteplici. L’Iran ha acconsentito a ridurre dei due terzi il numero delle centrifughe attive per l’arricchimento dell’uranio, e di ridurne altresì le riserve da diecimila a trecento chili. Il paese ha accettato inoltre di cessare la costruzione di nuovi impianti per l’arricchimento nell’arco dei prossimi quindici anni e di sospendere il funzionamento di quello sotterraneo di Fordow, che sarà riconvertito in un sito di ricerca scientifica. L’unico stabilimento completamente attivo dovrebbe rimanere quello di Natanz, mentre quello di Arak dovrebbe funzionare solo a regime limitato.
Il viceministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che il dibattito a Vienna sarà incentrato sulla revoca delle sanzioni internazionali nei confronti dell’Iran, alcune delle quali si prevede che saranno abolite immediatamente mentre per altre il processo potrebbe essere più graduale. Questo pare sia uno dei punti più controversi, dato che Teheran sembra chiedere la revoca immediata di tutte le sanzioni in caso di firma dell’accordo, mentre le potenze occidentali vorrebbero che il loro annullamento fosse progressivo.