Bruxelles – Una voce fuori dal coro si leva tra le file del Pd, che si è detto sostanzialmente soddisfatto delle misure prese dal Consiglio europeo in materia di immigrazione: è quella dell’eurodeputata Cécile Kyenge secondo cui i provvedimenti adottati nel corso dell’ultimo summit non sarebbero sufficienti a far fronte alla situazione del Mediterraneo.
“Per la prima volta i governi europei hanno preso coscienza della tragedia che si sta consumando”, ha ammesso la parlamentare, che accusa però gli Stati membri di “aver perso l’importante occasione di rafforzare l’Europa in nome della difesa del valore universale della vita umana”. “Triplicare le risorse di Triton è positivo”, conviene Kyenge, “ma non basta, soprattutto in assenza di un chiaro mandato teso a salvare vite umane”.
L’europarlamentare si lamenta soprattutto del fatto che “se il principale obiettivo dell’operazione rimane limitato al controllo delle frontiere” allora “le navi saranno destinate a trovarsi lontano dai luoghi in cui avverranno le prossime tragedie”. “Manca ancora, e serve”, sottolinea quindi Kyenge, “una Mare Nostrum europea”, e cioè un “presidio umanitario nel cuore del Mediterraneo” che abbia come obiettivi il “search and rescue e la distruzione degli strumenti e dei mezzi dei trafficanti di morte”.
Le decisioni prese durante il Consiglio sarebbero ancora insufficienti secondo l’eurodeputata Pd, che ricorda come sia indispensabile “il rilancio di un dialogo con l’Africa”, il quale però potrà portare frutti “solo nel medio e lungo termine”, mentre nell’immediato serve “una politica comune europea sulla gestione dell’immigrazione e dell’asilo”.